Il portentoso cavolo nero diuretico e antiossidante: ecco perchè è tanto amato e cercato a tavola

Il portentoso cavolo nero diuretico e antiossidante: ecco perchè è tanto amato e cercato a tavola
Il cavolo nero è una delle varietà di Brassicacee (gruppo acephala) ed è una delle più comuni da trovare negli orti dei marchigiani. Le cultivar del...

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Il cavolo nero è una delle varietà di Brassicacee (gruppo acephala) ed è una delle più comuni da trovare negli orti dei marchigiani. Le cultivar del gruppo acephala sono prive della testa centrale che formano molti altri tipi di cavolo, e sono caratterizzate da foglie di colore verde scuro.

 


Il cavolo nero è un concentrato di sostanze benefiche, una fonte preziosa di sali minerali, tra cui calcio, potassio, magnesio, ferro, zinco, fosforo, rame, sodio, zolfo, manganese, fluoro e selenio. Quanto a vitamine non è certo da meno: troviamo infatti vitamina A, B1, B2, B3, B6, B12, C e K. Ma ci sono altri buoni motivi per amarlo: non contiene colesterolo, apporta circa 49 calorie per 100 grammi di prodotto, ha proprietà decongestionanti, depurative, diuretiche, antiossidanti e lassative. Attenzione a cuocerlo troppo a lungo, potrebbe dare l’effetto opposto (astringente). Tutte queste proprietà salutari lo rendono un vero portento, ottimo nella prevenzione e cura di numerose malattie o sintomi dolorosi: influenza, mal di gola, raffreddore, scottature ed eczemi, artrite, ferite, eruzioni cutanee e piaghe, occhi arrossati e stanchi, dolori muscolari, punture di insetto, gotta, stanchezza cronica, depressione e ansia, vermi intestinali, ulcere gastriche e colite.

Questo tipo di cavolo è usato in varie zone del mondo anche come pianta da foraggio (senza eccedere). La parte più utilizzata per il consumo umano è rappresentata dalle foglie private dello stelo. Nonostante rilevanti variazioni delle ricette a seconda delle zone geografiche, vari piatti necessitano l’utilizzo di cavolo nero, come la ribollita, la minestra di pane, la farinata di cavolo nero e la minestra di cavolo nero. Una pianta “povera” ma che con il tempo è diventata parte di un mondo di cucina tipica ed apprezzata da tutti.


Per la sua capacità di resistere alle basse temperature possiamo annoverarlo tra gli ortaggi invernali ed è una delle poche piante da orto a esser rigogliosa in piena stagione fredda. Il cavolo nero quindi non soffre il freddo e si adatta anche a inverni molto rigidi. Con le sue foglie spesse bollose resiste anche a dieci gradi sotto lo zero. Sembra addirittura che le gelate migliorino la qualità delle foglie, rendendole croccanti e più saporite. Questa specie brassicacea preferisce orti ben esposti al sole, dove possa sviluppare al meglio il suo ricco apparato fogliare. Per quanto riguarda il periodo della semina il cavolo nero può essere seminato da aprile fino a settembre. Per evitare alla pianta il caldo dell’orto estivo conviene seminarlo in semenzaio nei mesi di giugno o luglio, trapiantando a settembre. Se si semina in contenitore il trapianto avviene dopo circa un mese e mezzo. Questo cavolo preferisce avere il suolo sempre umido. Per migliorare la fertilità eseguire una concimazione organica prima del trapianto (o nei mesi precedenti). 


Attenzione alle distanze perché il cavolo nero è una pianta molto voluminosa, dunque bisogna mantenersi larghi con le distanze di trapianto nel terreno. Tra una pianta e l’altra bisogna è fortemente consigliato mantenere una distanza di almeno 80 centimetri, mentre tra le file serve un metro di distanza.

 

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Corriere Adriatico