A Kum! Ingrid Paoletti e le pratiche responsabili verso il nostro habitat

Il filoso e accademico Rocco Ronchi ospite a Kum!
ANCONA - «Il covid è un segno che siamo tutti chiamati a interpretare, senza chiederci: perché proprio a me?». È l’affermazione da cui...

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ANCONA - «Il covid è un segno che siamo tutti chiamati a interpretare, senza chiederci: perché proprio a me?». È l’affermazione da cui ha preso avvio la lectio magistralis di Rocco Ronchi, che ha aperto ieri mattina, alla Mole di Ancona, l’edizione speciale 2020 di Kum!


È stata presentata, in Auditorium, da Federico Leoni, che affianca Massimo Recalcati alla direzione scientifica della manifestazione. «Un dramma, quello della pandemia, che ha unificato la popolazione del pianeta più di qualunque altro fenomeno, più della globalizzazione. Di sicuro più delle trasformazioni climatiche in atto». Un trauma, affrontare il quale ci ha posto davanti all’esigenza di ripensare la nostra quotidianità. «Ce lo insegna il filosofo francese Deleuze, commentando una poesia di Joë Bousquet. Reso paraplegico da un colpo ricevuto nella Grande Guerra, il poeta scriveva: “La mia ferita esisteva prima di me, io sono nato per incarnarla”. In questo consiste l’agire morale: nello sforzo di essere all’altezza di un evento traumatico». 
Dal trauma, e dal tentativo di fronteggiarlo, deriva la forza del pensiero, che coglierà in esso un segno del destino. «Il mondo, allora, non sarà più lo stesso: il nostro sguardo vedrà la realtà, finora trascurata come usuale e consueta, come qualcosa di straordinario, da interrogare. Come la nascita stessa, il trauma del covid ci risveglia, ci proietta in un mondo nuovo, e ci richiama al dovere di resistere». Non sono state certo consolatorie, le considerazioni di Rocco Ronchi, ma capaci di infondere energia. Una “cura” per il nostro spirito, tentato dalla sfiducia nel domani, se non dalla disperazione, che ha meritato un lungo applauso. Di grande richiamo, la sera, la conversazione di Ilaria Capua, trasmessa da remoto in streaming. 

E oggi la seconda giornata di Kum! si apre alle 9,30 con l’illustrazione, da parte di Ingrid Paoletti, esperta di tecnologia dell’architettura al Politecnico di Milano, di una serie di pratiche responsabili verso il nostro habitat. Alle 11,30, il filosofo Federico Leoni affronterà il tema “Pandemia. Chi, o cosa, stiamo divenendo?”, per ragionare sulla straordinaria accelerazione che l’emergenza sanitaria ha impresso alla nostra esperienza, individuale e collettiva. E alle 15,30 sarà un esperto di etica e psicoanalisi, Riccardo Panattoni, a spiegare come sia cambiata, negli ultimi mesi, la percezione di spazio e tempo, virtuale e immaginario, memoria e oblio. Alle 18,30, sarà presentato il libro “Biologia della gentilezza”, di Immaculata De Vivo e Daniel Lumera. Chiude la giornata, alle 21,30, l’incontro con l’epistemologa Luigina Mortari, su “La filosofia della cura”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico