Kum! dedicato alla cura del trauma. Sarà a ottobre alla Mole o da remoto

Il direttore scientifico Massimo Recalcati
ANCONA - Kum! Festival dedica l’intera edizione 2020 a “La Cura” che segue il trauma senza precedenti che stiamo attraversando. «Un virus sconosciuto...

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ANCONA - Kum! Festival dedica l’intera edizione 2020 a “La Cura” che segue il trauma senza precedenti che stiamo attraversando. «Un virus sconosciuto ha mietuto vittime senza numero, ci ha costretto a un drammatico lockdown», scrivono nella presentazione il direttore scientifico Massimo Recalcati e il coordinatore scientifico Federico Leoni. «Ha messo - continuano - a durissima prova la nostra esistenza, la nostra società, la nostra economia. Ma altrettanto difficile è la ripresa della vita dopo il trauma. Una ripresa urgente ma incerta. Una ripresa che procede in uno scenario di incognite, affidata a soluzioni fragili e parziali».



Kum!, il festival della “cura” che si svolgerà alla Mole Vanvitelliana di Ancona dal 16 al 18 ottobre si occuperà quindi di ripensare questo doppio trauma, l’interruzione della vita e la ripresa della vita. «Per ottobre - assicura l’assessore alla cultura di Ancona Paolo Marasca - ci stiamo attrezzando al fine di realizzare il festival secondo quelle che saranno le prescrizioni, con un piano scalabile che va dal live alla Mole alla soluzione da remoto, a seconda della normativa prossima, che spero arrivi tempestivamente». Il tema inizialmente previsto “La Vita, alla Fine”, naturale prosecuzione del discorso iniziato nel 2019 con “L’Origine della Vita” è quindi rimandato al 2021, come sottolinea il Direttore scientifico nel video di presentazione diffuso sui canali social del Festival. Perché oggi è questo “il compito delicato e necessario che ci attende”, concludono Federico Leoni e Massimo Recalcati, perché “un trauma che resta impensato è un trauma che rischia di ripetersi, di migrare silenzioso attraverso gli spazi della vita psichica e collettiva, di irrompere ancora e ancora, sotto spoglie imprevedibili e catastrofiche”. Ripensare il trauma non è la premessa alla ripartenza, è la ripartenza stessa. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico