Domenica in giallo ad Ancona con il Parrucchiere del Brivido: «Il mio ultimo romanzo un omaggio a Dario Argento»

Roberto Ricci, il Parrucchiere del Brivido, con il co-autore del giallo Claudio Latini
ANCONA - Domenica in giallo ad Ancona. Oggi alle 18, presso Accademia56, in via Tombesi 8, verrà presentato il romanzo “Quattro topi per un sadico gatto”...

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ANCONA - Domenica in giallo ad Ancona. Oggi alle 18, presso Accademia56, in via Tombesi 8, verrà presentato il romanzo “Quattro topi per un sadico gatto” (Edizioni Montag) degli anconetani Roberto Ricci, il Parrucchiere del Brivido, e Claudio Latini.


Ricci, ci dica due parole sul libro, innanzi tutto.
«È un thriller e mi piace sottolineare il titolo, un omaggio a Dario Argento, argentiane sono anche le atmosfere. Comincia con due omicidi. Viene ucciso un senzatetto, viene ucciso un ragazzo di buona famiglia. Un particolare collega questi delitti. Un commissario indaga e non sarà facile per lui venire a capo del mistero. È una storia che tratta il tema di chi vive i margini. Racconta gli invisibili».
A chi è venuta l’idea del romanzo e come è stato scrivere a quattro mani?
«L’idea è mia, e collaborare con Claudio Latini, un giovane autore anconetano, è stato un piacere. Lo avevo conosciuto sceneggiando il film “TangOscuro”. Abbiamo lavorato benissimo anche stavolta, senza mai pestarci i piedi, senza che mai uno dei due prevaricasse. Io scrivevo, lui faceva il lavoro di editing e aggiungeva le sue idee e poi riprendevo il mano il tutto».
Con il romanzo precedente, “L’immagine malvagia” (Le Mezzelane) è andato al Salone del Libro.
«È stata una grande soddisfazione andare a Torino, nello stand delle Marche. Il libro ha suscitato grande interesse. Le vendite, anche online, stanno andando molto bene».
Ha accennato al lavoro nel cinema. Diversi corti, anche premiati in festival internazionali, sono stati tratti dai suoi racconti. Ci sono novità in proposito?
«A breve sarà reso disponibile un altro cortometraggio. Si intitola “Trasgressiva”, lo ha diretto Giammaria Cauteruccio, io ho scritto la sceneggiatura. Parla di un maniaco moralista che uccide giovani donne. È inoltre in preparazione un ulteriore cortometraggio, “La giostra”, per la regia di Simone Arrighi. Questo non è ricavato da una mia storia ma ho collaborato alla scrittura del copione. Alla base c’è il dramma dell’Alzheimer».
Sulla sua pagina Facebook ha annunciato una storia del cinema italiano di genere. Ce ne vuole parlare?
«Con piacere. Preciso subito: una storia del thriller e dell’horror, quello è il cinema che più mi appassiona. Mi sono già messo all’opera, ne avrò per l’anno prossimo, è un lavoro impegnativo. Il volume, pubblicato da Le Mezzelane, sarà strutturato in due parti. La prima dedicata al nostro glorioso passato, autori come Bava, Fulci, Argento, celebrati in tutto il mondo, forse anche più che in Italia. Non sono certo il primo a scrivere di questi maestri. La seconda parte invece sarà dedicata ai registi emergenti, e qui sta l’originalità del mio lavoro». 
Il presente del nostro cinema di paura non è roseo.

«Sono d’accordo, e d’altro canto i produttori su questo cinema non investono più, salvo eccezioni. Però giovani registi interessanti ce ne sono. Realizzano corti sperimentali (in Rete se ne trovano parecchi), partecipano ai festival. Meritano di essere sostenuti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico