ANCONA - «Si combatte per affermare sé stessi». Arriva Fiorella Mannoia al Teatro delle Muse di Ancona. Mercoledì la cantautrice romana porta al Massimo...
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«Parlo da donna perché le protagoniste di questo disco sono le donne - ha spiegato la cantautrice in un’intervista al canale web All Music Italia - ma il percorso che dobbiamo fare è corale, collettivo. Le nostre battaglie dobbiamo condividerle con gli uomini». “Combattente”, il singolo che dona il nome al disco, è un brano scritto da Federica Abbate per Fiorella Mannoia. Ma sono anche molte altre le firme che hanno collaborato alla realizzazione dell’album: autori della nuova generazione, ma anche storici nomi del cantautorato italiano come Ivano Fossati, con il quale Fiorella torna a collaborare dopo qualche anno, poi Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, Cheope, Fabrizio Moro, Amara, e la stessa Fiorella Mannoia insieme a Bungaro e Cesare Chiodo.
Il teatro è la dimensione in cui l’artista riesce a trasmettere maggiormente l’intensità delle sue canzoni, e ad instaurare un rapporto di forte empatia con il suo pubblico. Anni passati sui maggiori palchi italiani, fino ad affinare uno stile che racchiude varie anime ed influenze. Fiorella Mannoia è riuscita sempre a rinverdire il suo stile, passando attraverso il jazz fino ad approdare a ritmi etnici. Ora, con “Combattente”, è tornata ad un cantautorato meno contaminato e quasi più classico. Un’operazione che riesce a dare maggiore forza ai testi intrisi di significati profondi e a tratti dolorosi. L’impegno sociale è da sempre un tratto distintivo del suo stile compositivo. Ma sempre misurato e mai predominante, con il rischio di relegare le canzoni a puro manifesto di battaglie sociali e politiche.
Lo spettacolo è previsto per le 21. Il tour, partito da Bergamo lo scorso 1 dicembre, attraverserà l’Italia toccando i maggiori teatri fino al prossimo 27 maggio. I biglietti per il concerto sono disponibili alla cassa del Teatro delle Muse. Attualmente chiusi tutti i canali di prevendita online per la data anconetana. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico