Con Radio Incredibile fiabe e favole in libertà da Montacuto

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ANCONA - L’associazione Radio Incredibile è una piattaforma multimediale di musica e life sharing che utilizza la radio come strumento educativo per un’ampia gamma di attività differenti. Anche in spazi sociali marginali e difficili come il carcere. E nel carcere di Montacuto (Ancona), per il terzo anno, Radio Incredibile ha organizzato il laboratorio Fiabe in Libertà, un progetto sostenuto dalla Fondazione Cariverona e realizzato in collaborazione con La Casa di Asterione e Musicandia Vintage Studio. Fiabe raccontate dai detenuti.


In tal modo - ha spiegato la responsabile del Laboratorio Montacuto Allegra Mocchegiani, durante la diretta Facebook e YouTube (chi non vi ha assistito può recuperarla sulla pagina e sul canale dell’associazione - dunque, «i detenuti possono riattivare la loro creatività e dare una forma un po’ diversa al proprio passato». La fiaba 2020 ha assunto la forma di un cortometraggio: “Il Boscaiolo, lo Scoiattolo e la Strega Tagliabue”. Diretto da Moreno Mascaretti, scritto da Allegra Mocchegiani ed Emanuela Razza, interpretato da detenuti sui fondali di Silvia Forcina, disegni poco dettagliati a colori vivaci («perché la realtà fuori, per i ragazzi del carcere ha tanti colori e luminosi mentre i particolari, nel ricordo, svaniscono»).
Una piccola storia accattivante. Il guardaboschi Tommaso libera uno scoiattolo parlante. Si chiama Lenticchia, rivela al suo salvatore che, nella cosiddetta Oasi degli Animali, le bestiole sono in realtà sottoposte ad atroci esperimenti e infine ridotti a pellicce. Responsabile delle atrocità è l’untuosa strega Tagliabue. La affrontano Lenticchia, il guardaboschi e Capitan Balbuzia. Un sordo torna utile per qualche comico quid pro quo. Quando si mette male, tocca alle puzzole. La punizione per la strega? Riparare il male fatto: curando gli animali e imparando a rispettare il bosco. Lenticchia è interpretato da Valerio Andreucci. In una lettera ha esternato la sua gratitudine verso gli artefici dell’iniziativa. «In questi tre anni di detenzione siete riusciti a ritagliarmi uno spazio di libertà, mi avete portato serenità mentale. Avete dimostrato un cuore che non vedo mai nelle persone che vengono a trovarci in carcere». Sua madre Sonia si è commossa, e con lei tutti i presenti, ciascuno al suo computer (spiace non poterli ricordare uno a uno).

Marta Cenzi della Fondazione Cariverona: «Questo è un piccolo progetto ma significativo. Ci abbiamo scommesso da subito». Cosa bolle in pentola per il prossimo anno?. Non è dato saperlo ma qualche idea salterà fuori. Di Fiabe in Libertà ce ne saranno ancora. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico