Di corsa per volerci più bene, il personal trainer: «Ecco in che cosa si distinguono running e jogging»

Mauro Macchia, personal trainer e socio fondatore della Fitness Square di Ancona
ANCONA - Running o jogging? Il dubbio serpeggia ma si tratta di due discipline differenti, entrambe salutari e utili soprattutto per perdere peso. Discipline molto praticate...

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ANCONA - Running o jogging? Il dubbio serpeggia ma si tratta di due discipline differenti, entrambe salutari e utili soprattutto per perdere peso. Discipline molto praticate sia donne sia da uomini a qualunque età. «Sono due tipologie di corsa spesso confuse ma ci sono differenze», avverte Mauro Macchia, personal trainer e socio fondatore della Fitness Square di Ancona. Ed eccole, allora.

 


Chi corre, dunque, fa running o jogging? Se vado a correre, la domenica o durante la settimana, per relax o perché mi piace stare all’aria aperta, sto facendo running o jogging? L’esperto scende in campo e ci illumina. Si comincia dal running. «Se vado a correre con un obiettivo preciso, per esempio per migliorare la mia capacità aerobica, devo allenarmi con un cardiofrequenzimetro e rispettare determinati parametri, diversi a seconda dei soggetti sulla base del proprio livello di fitness». Questo, naturalmente, non significa che «devo correre per ore; talora, potrebbero bastare delle ripetute su distanze corte, tipo 400 o 200 metri». Dunque, quando ci si allena in modalità running, «si consiglia l’utilizzo di un cardiofrequenzimetro per monitorare la frequenza cardiaca e di un cronometro per valutare un possibile miglioramento». Insomma, «per rispondere alla domanda se la domenica mattina vado con un amico a correre e fare due chiacchiere, non sto facendo running ma jogging». Una differenza sostanziale.


Fare attività fisica è sempre importante. «Nel caso dello jogging – sottolinea il coach – si tratta di un’andatura soft dove non mi pongo come obiettivo un miglioramento della mia performance ma vado a correre solo per liberare la mente e, magari, stare bene con se stessi e prendere una boccata d’aria e anche per stare in forma». Va comunque sottolineato che entrambe le discipline si «possono effettuare anche all’interno dei centri fitness, come il nostro, attrezzato con tapis roulant elettrici o meccanici». Si tratta di attrezzi che, spiega Macchia, «dispongono di un meccanismo di ammortizzazione per evitare il più possibile l’impatto con il terreno e, quindi, per ridurre l’impatto alle articolazioni, schiena in primo luogo».

La differenza è chiara: il jogger corre senza finalità agonistiche ma solo per tenersi in forma, quindi è libero dal cronometro e dagli strumenti di misurazione. Il runner ha obiettivi da raggiungere. Si tratta sempre di scelte, comunque, all’insegna della salute. Ma, nel runner, «è molto più probabile vedere effetti sul corpo in tempi brevi perché l’allenamento è più mirato», evidenzia il coach. Dal punto di vista del benessere psicologico che dà la corsa, «non c’è dubbio che entrambe le modalità siano efficaci anche se la sfida dei propri limiti che si impone il runner, probabilmente, aumenta il senso di soddisfazione». In entrambi i casi, «sono ottime discipline per tenersi in forma». 


L’Oms consiglia, nelle sue linee guida, circa 150 minuti di attività fisica moderata alla settimana. Molto spesso, la corsa è tutto fuorchè moderata: cercare di superare i propri limiti non lo è per definizione. Il jogging, invece, non avendo limiti di velocità e di distanza, ha il solo scopo di migliorare la salute. Oltre a questo, correre a velocità moderata ha un grande beneficio anche a livello psicologico. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico