Caputo stasera sul palco di Ancona «Con jazz e swing fuori dalle regole»

Sergio Caputo sul palco di Ancona Jazz Summer Festival
ANCONA - Oltre trent’anni di swing italiano. Sergio Caputo stasera sul palco di Ancona Jazz Summer Festival presenterà il suo nuovo album “Pop, jazz and...

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ANCONA - Oltre trent’anni di swing italiano. Sergio Caputo stasera sul palco di Ancona Jazz Summer Festival presenterà il suo nuovo album “Pop, jazz and love” (21,30, corte interna della Mole Vanvitelliana di Ancona). Un disco che arriva dopo quasi vent’anni dall’ultimo album di inediti.

Come mai tutto questo tempo?
«Perché oggi è quasi inutile fare dischi. Se ne vendono pochissimi. E le radio, il più delle volte, non li passano neanche. Per un artista come me, che ha un passato di successi, le radio continuano a trasmettere i brani di quell’epoca».
Ma allora cosa è cambiato?
«Forse è stato determinante il connubio artistico con Francesco Baccini, da cui nascerà un disco che vedrà la luce a settembre. Stavamo affrontando entrambi un momento di crisi compositiva. Insieme abbiamo ritrovato una chiave d’accesso al nostro mondo».
E ciò è servito anche a “Pop, jazz and love”?
«In un certo senso sì. Anche se in realtà per questo disco è stato determinante il mio percorso fatto negli States. Ho vissuto per anni in America, dove ho lavorato e collaborato con tantissimi artisti. Tornato in Italia mi è venuta voglia di fare un nuovo disco».
Il primo cantato in inglese, della sua storia. Perché?
«Se uno straniero avesse voglia di ascoltare una mia canzone, deve poterlo fare nella lingua più nota al mondo: l’inglese. E pensare che un tempo non credevo che la lingua inglese potesse soddisfare le mie esigenze espressive. E invece…».
E invece nella vita si cambia. Ma nella musica, cosa è cambiato di più?
«In realtà sono i media ad essere cambiati. La musica è sempre la musica. Da quando le radio sono diventati network commerciali hanno cominciato a dettare le regole. Così le etichette discografiche sono diventate partner editoriali e negli ultimi anni anche management o booking di artisti. E’ il contesto intorno ad essersi trasformato».
Come convivono nella sua musica il jazz, lo swing e il pop?

«Fanno parte di una stessa esigenza espressiva. Il jazz e lo swing sono la trasgressione delle regole. Il pop è la dolcezza, in certi casi. Fanno tutti parte del mio mondo interiore». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico