ANCONA - Ha ridefinito i contorni della musica pop. Con un carpiato e mezzo giro ha compiuto il salto dai piccoli club ai palasport bruciando tutti sui tempi. È...
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Ha iniziato come artista indipendente. Di nicchia, si sarebbe detto un tempo. Oggi i confini sono molto più labili, e forse è per questo che Calcutta è riuscito a scavalcare in tempi record la cortina di ferro dello snobismo “indie” per raggiungere il grande pubblico, seppur mantenendo i fan della prim’ora. L’abbraccio della critica specializzata gli era stato tributato già col precedente disco: “Mainstream”. Ma è con l’ultimo “Evergreen” che Edoardo D’Erme, per tutti Calcutta, ha definitivamente convinto. Adesso lo aspettano i palazzetti dello sport, una volta tempio indiscusso degli artisti da hit-radio: Antonacci, Elisa, Negramaro, Modà. Poi è arrivata la nuova generazione, che ha scansato tutti e s’è imposta facendo calare improvvisamente un filtro “agèe” su tutti quegli eroi del pop che fino a qualche anno fa riempivano le grandi platee. Adesso tocca a loro. Tocca a Calcutta, che prima ancora dell’Arena di Verona ha voluto azzardare uno stadio. Il suo, quello di Latina, la sua città. Ma l’ha espugnato senza problemi. Il nuovo disco di Calcutta è balzato direttamente al primo posto della classifica Fimi. Anticipato dai tre singoli “Orgasmo”, “Pesto” e “Paracetamolo”, che si sono fatti largo nelle radio e nei cuori di migliaia di persone, il cantautore è tornato con un album di dieci brani destinati a lasciare il segno. Prevendite TicketOne, Ciaotickets e Vivaticket. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico