ANCONA - Nuova vita artistica per l’anconetano Matteo Polonara che rilancia la sua strada musicale con il nome Florilegio pubblicando il nuovo disco “Sogno Abissi...
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“Sogno Abissi Notturni” è un nuovo viaggio musicale, che segue anche il cambio di “nome” da Matteo Polonara e Florilegio: che percorso c’è stato?
«Il mio progetto cantautoriale c’è sempre stato, nasce per così dire da sempre, perché sono stato sempre timido e introverso e fare musica è stato il mio modo di comunicare con il mondo. Non so dire la data precisa, ma è sempre stata una mia esigenza. Florilegio nasce nel 2021 a seguito della mia decisione di tagliare i ponti con il disco precedente nonostante sia ancora affezionato alle canzoni contenute. Volevo principalmente creare qualcosa di nuova, e cambiare da “Matteo Polonara” a “Florilegio” è stata una rigenerazione e un modo per rappresentare meglio la musica proposta».
Nel disco ci sono molte influenze che spaziano dai grandi del rock degli anni ’60 e ’70 al pop italiano come è stato possibile unire le varie influenze?
«Il cambio di passo fondamentale è stato che per questo disco: insieme a noi ha lavorato il produttore Pierpaolo Ovarini. Avere una persona come lui che ascolta le idee di tutti, le mette insieme e le riesce ad amalgamare ha permesso a questo disco di essere molto più compatto. Questo disco è stato il frutto di due anni di lavoro, molti brani sono stati registrati più volte, sono cambiati e sono arrivati alla loro forma attuale. Nel disco ci sono ovviamente le influenze di chi lavora con me perché mi piace che ci sia questo spazio per esprimersi, una cosa a cui tengo tanto».
Un disco che va oltre le canzoni e le musica, perché anche a livello di copertina ci nota una tridimensionalità di un progetto che vuole comunicare “qualcosa” all’ascoltatore: come avete lavorato per ottenere questo risultato?
«È stato tutto molto naturale perché la copertina, così come quella per i singoli che hanno anticipato il disco, è stata realizzata da Reg Mastice, un illustratore molto talentuoso. In questo disco c’è una forte componente “magica” e questa cosa doveva trasparire anche graficamente. I simboli e le immagini che si trovano nella copertina si trovano anche nei brani. Ci sono Dante e Virgilio, frammenti dei dipinti di Hieronymus Bosch, psichedelia e l’omaggio alla musica degli anni ’60 e ’70». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico