“Sogno Abissi Notturni”, l'artista anconetano Florilegio nel nuovo singolo si scopre un po' “magico”

“Sogno Abissi Notturni”, l'artista anconetano Florilegio nel nuovo singolo si scopre un po' “magico”
ANCONA - Nuova vita artistica per l’anconetano Matteo Polonara che rilancia la sua strada musicale con il nome Florilegio pubblicando il nuovo disco “Sogno Abissi...

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ANCONA - Nuova vita artistica per l’anconetano Matteo Polonara che rilancia la sua strada musicale con il nome Florilegio pubblicando il nuovo disco “Sogno Abissi Notturni”. Il disco, uscito l’altro ieri, segue il debutto del marzo 2019 pubblicato a suo nome “Nella Vasca o Nel Giardino di Fianco?”. Nelle nuove tracce l’evoluzione di un artista che cerca una strada personale piena di riferimenti alla cultura pop e rock anni ’60 e ’70 ma altrettanto denso di intuizioni moderne che fanno di queste nuove canzoni un potenziale trampolino di lancio verso nuovi orizzonti. Già iniziata la promozione del disco con i primi concerti. Lo scorso 26 aprile la prima data a Roma poi il 28 a Milano. Seguiranno poi due date nelle Marche: il 28 maggio al Mr. Magoo di Porto San Giorgio e a Fano il 22 giugno all’interno dello spazio autogestito Grizzly. 

“Sogno Abissi Notturni” è un nuovo viaggio musicale, che segue anche il cambio di “nome” da Matteo Polonara e Florilegio: che percorso c’è stato?
«Il mio progetto cantautoriale c’è sempre stato, nasce per così dire da sempre, perché sono stato sempre timido e introverso e fare musica è stato il mio modo di comunicare con il mondo. Non so dire la data precisa, ma è sempre stata una mia esigenza. Florilegio nasce nel 2021 a seguito della mia decisione di tagliare i ponti con il disco precedente nonostante sia ancora affezionato alle canzoni contenute. Volevo principalmente creare qualcosa di nuova, e cambiare da “Matteo Polonara” a “Florilegio” è stata una rigenerazione e un modo per rappresentare meglio la musica proposta».
Nel disco ci sono molte influenze che spaziano dai grandi del rock degli anni ’60 e ’70 al pop italiano come è stato possibile unire le varie influenze?
«Il cambio di passo fondamentale è stato che per questo disco: insieme a noi ha lavorato il produttore Pierpaolo Ovarini. Avere una persona come lui che ascolta le idee di tutti, le mette insieme e le riesce ad amalgamare ha permesso a questo disco di essere molto più compatto. Questo disco è stato il frutto di due anni di lavoro, molti brani sono stati registrati più volte, sono cambiati e sono arrivati alla loro forma attuale. Nel disco ci sono ovviamente le influenze di chi lavora con me perché mi piace che ci sia questo spazio per esprimersi, una cosa a cui tengo tanto».
Un disco che va oltre le canzoni e le musica, perché anche a livello di copertina ci nota una tridimensionalità di un progetto che vuole comunicare “qualcosa” all’ascoltatore: come avete lavorato per ottenere questo risultato?

«È stato tutto molto naturale perché la copertina, così come quella per i singoli che hanno anticipato il disco, è stata realizzata da Reg Mastice, un illustratore molto talentuoso. In questo disco c’è una forte componente “magica” e questa cosa doveva trasparire anche graficamente. I simboli e le immagini che si trovano nella copertina si trovano anche nei brani. Ci sono Dante e Virgilio, frammenti dei dipinti di Hieronymus Bosch, psichedelia e l’omaggio alla musica degli anni ’60 e ’70». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico