Alain Delon, addio alle scene: «Mi fermo, nessun film di troppo»

Alain Delon, addio alle scene: «Mi fermo, nessun film di troppo»
PARIGI - Alain Delon dice basta. Una carriera «eccezionale», 82 anni con qualche acciacco e soprattutto il desiderio di non rovinare tutto per girare «il film di...

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PARIGI - Alain Delon dice basta. Una carriera «eccezionale», 82 anni con qualche acciacco e soprattutto il desiderio di non rovinare tutto per girare «il film di troppo». Le Monde dedica a Alain Delon, all'indimenticabile protagonista de Il Gattopardo e Rocco e i suoi fratelli", un'intervista lunghissima, con una sua foto in apertura di prima pagina. «Non voglio combattere la battaglia di troppo - dice Delon, protagonista di 80 film con alcuni fra i più grandi registi, da Visconti ad Antonioni, da Melville a Losey - ho avuto una carriera talmente eccezionale da non voler fare il film in più...».

 

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«I registi con i quali potrei girare sono morti - aggiunge - vi giuro, oggi, non vedo chi potrebbe farmi fare un film. O allora, dovrebbero propormi una storia da impazzire». Delon, tuttavia, ammette di avere «intenzione, prima di andarmene - dice - di recitare in una piece che si intitola 'Le Crepuscule d'un fauvè di Jeanne Fontaine». «Aspetto di ristabilirmi fisicamente. Spero di riuscirci presto». Quanto ai rimpianti, per Alain Delon si presentano tutti sotto forma di figure femminili. L'attore sottolinea che «una sola cosa» gli è mancata «e gli mancherà sempre»: «fare un film diretto da una donna». «Vi rendete conto - aggiunge - non mi è mai successo». Tanto più che afferma di essere «capitato in questo mestiere grazie a delle donne. Sono loro - spiega - che mi fanno fare il cinema. Sono state le donne a volermi, a farmi, a darmi tutto, donne che si sono innamorate di me. Hanno avuto minimo, sei o sette anni di più di me. E allora, negli occhi di queste donne, volevo vedere che io ero il più bello, il più grande, il più forte e per questo divento attore».


Attore, «acteur» in francese. E non «comedien», ci tiene a sottolinare: «la mia carriera non ha nulla a che vedere con il mestiere di 'comedien'. 'Comedien' è una vocazione. Lo si vuole diventare come si vuole diventare autista di taxi o fornaio. Si seguono dei corsi, si fanno scuole, poi conservatori. È la differenza essenziale - e non c'è niente di peggiorativo in questo - fra Belmondo e Delon. Io sono un attore ('acteur'), Jean-Paul è un 'comedien'. Un 'comedien' recita, passa anni ad imparare, mentre l'attore vive. Io ho sempre vissuto i miei ruoli. Non ho mai recitato. Un attore è un incidente. Io sono un incidente. La mia vita è un incidente. La mia carriera è un incidente».
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Corriere Adriatico