NAPOLI - Achille Lauro, un personaggio tutto da scoprire. Achille Lauro raccontato e riproposto sull’onda del vissuto di un bambino, un nipote, al quale il nonno narrava episodi...
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Il libro - “Il Navigatore. Achille Lauro, una vita per mare” edito da Mondadori per l’Agenzia Delia (o viceversa), pagine 289 - è stato presentato alla Camera di Commercio, nella bella Sala delle Grida, affollata di un pubblico, incline a ricordare Lauro con gli accenti del mito, dell’assoluzione per le responsabilità che gli sono state accollate, anche quando non le aveva.
Incline, insomma, a rivalutare il personaggio, operazione del resto che ha già preso il via da qualche tempo, anche ad opera di insospettabili. Come Marco Demarco, tra i relatori (alla presentazione, coordinata da Giovanni Minoli, hanno preso parte Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio, e Giuseppe D’Amato, decano degli armatori italiani) che già da una diecina d’anni ha fornito una rilettura di Lauro, una sorta di convinto sdoganamento, che ha causato più di qualche mal di pancia nel suo campo, quello progressista. “Se Lauro non fosse stato macchiettizzato - ha ribadito Demarco - ci sarebbe stata una modernizzazione della città”.
Anche Minoli aderisce a questa rivisitazione critica che rivaluta l’azione di Achille Lauro, al quale aveva dedicato alcune pagine della sua “La Storia siamo noi”, i cui filmati (con interessanti interviste, tra gli altri, ad Antonio Ghirelli, Giulio Andreotti, Andrea Geremicca) sono stati riproposti alla Camera di Commercio facendo in un certo senso da filo conduttore della manifestazione, alla quale hanno dato i loro contributi sia Maddaloni, che da bambino frequentava Villa Lauro a via Crispi, giocando con i pari età di casa, e che da sempre è un convinto sostenitore di Achille Lauro, come sindaco e come imprenditore, e D’Amato, che ha confessato di aver rivisto - leggendo il libro - il Comandante com’era, e come gli era stato raccontato da chi aveva maggiore frequentazione con lui, a casa, alla Flotta, al Comune, allo stadio. Piace, del libro, il senso di legame affettuoso che legava il nipotino al nonno, ed anche la sua capacità (sia del libro che dell’autore) di tracciarne la figura e la vita (dal primo amore, negato con durezza dal padre della ragazza, Virginia, ai successi nei vari campi di attività) trasferite sulle pagine con un piacevole andamento narrativo.
Un libro che si fa leggere, quindi, e non solo perché parla di un personaggio comunque famoso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico