Sferisterio 2015, Cavalleria e Pagliacci Cornice liberty e colori mediterranei

Rafael Davila,Marco Caria, Anna Pirozzi (Ufficio Stampa/Tabocchini)
MACERATA - Cornice liberty e colori mediterranei. È un dittico da cartolina quello di Cavalleria Rusticana di Mascagni e...

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MACERATA - Cornice liberty e colori mediterranei.




È un dittico da cartolina quello di Cavalleria Rusticana di Mascagni e Pagliacci di Leoncavallo, firmato dal regista italo-sudafricano Alessandro Talevi, che debutta stasera al Macerata Opera Festival.







«Per evitare l'immagine folcloristica di un Sud felice e stereotipato, tanto amata dalla borghesia del Nord, ma così lontano dalla durezza della vita reale di quel mondo contadino - spiega Talevi - ho storicizzato la scena all'epoca degli eventi, circoscrivendola con una grande cancellata liberty».



Una cristallizzazione, che rifuggendo da qualsiasi impronta naturalistica, consente al pubblico di concentrare la sua attenzione sulla dinamica dei sentimenti forti e violenti che anima i triangoli amorosi delle due opere del verismo italiano.



In Cavalleria, Santuzza, scelta da Turiddu solo per ripiego perchè l'amata Lola ha sposato Alfio, è una donna disperata che si sente disonorata e ai margini della società («sono scomunicata» canta) e la vicenda si conclude con l'uccisione di Turiddu per mano del rivale. Analogamente in Pagliacci, il chiuso mondo dei teatranti e delle sue regole codificate va in pezzi, cancellato dall'irrompere del reale e delle sue passioni che porteranno alla morte i due amanti, Silvio e Nedda, per mano del marito di lei, Canio.



L'interprete di Santuzza e Nedda è la versatile ed espressiva soprano Anna Pirozzi, voce rivelazione del Festival di Salisburgo 2013, dove si è esibita in Nabucco diretta da Riccardo Muti, e al debutto a Macerata.



«In Santuzza l'idea del regista è quella di una donna al limite della follia, mentre con Nedda faccio finalmente un ruolo divertente, anche se poi - scherza - muoio lo stesso». Il tenore portoricano Rafael Davila, tra i più ricercati della sua generazione, è Turiddu e Canio, ruoli che ha già interpretato l'anno scorso al San Carlo di Napoli. Alfio è Alberto Gazale, Tonio/Taddeo Marco Caria, Beppe/Arlecchino Pietro Adaini e Silvio è Giorgio Caoduro.



Sul podio della Form, il brillante direttore d'orchestra statunitense Christopher Franklin. Scene di Madeleine Boyd, costumi Manuel Pedretti, Coro lirico marchigiano «V. Bellini» con le voci bianche dei Pueri Cantores «D. Zamberletti». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico