"La devota bellezza" a Sassoferrato Sono 5 ragazzi l'anima del progetto

"La devota bellezza" a Sassoferrato Sono 5 ragazzi l'anima del progetto
Centocinquantuno anni in cinque e un amore in comune. Per loro promuovere la bellezza e la ricchezza del territorio è una missione. Gabriele Costantini, Marco Caverni...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Centocinquantuno anni in cinque e un amore in comune. Per loro promuovere la bellezza e la ricchezza del territorio è una missione. Gabriele Costantini, Marco Caverni «che conosce il cinese come le proprie tasche», Sara Paolucci, Giorgia Rinaldi e Letizia Reda sono l’anima di Happennines. Un progetto, il loro, che ad ottobre compie due anni e che matura anche tra le stanze de “La devota bellezza”, le cui porte vengono aperte a Palazzo degli Scalzi, giorno dopo giorno e fino il 5 novembre, dai magnifici cinque.

 
Affluenza positiva alla mostra?
«Si contano sulle 8mila presenze. Molti sono gli stranieri, in particolare provenienti da Olanda, Stati Uniti e Germania. Vengono intercettati grazie alla comunicazione e alla loro curiosità che hanno nei confronti del territorio che visitano da turisti».
 
Da cosa colpiti durante la visita?
«La mostra, dedicata interamente all’illustre cittadino, del 1609, colpisce per il raffronto che è possibile fare tra opere e le relative bozze: è qualcosa che incanta molto il visitatore. Inoltre, avere per la prima volta in Italia i disegni originali provenienti direttamente dalla Collezione Reale Britannica, ha il suo fascino!».
 
Perché avete dato vita ad progetto incentrato sul turismo di Sassoferrato?
«Quattro su cinque siamo di Sassoferrato e volevamo creare qualcosa legato al turismo e all’impresa. Qualcosa che funzionasse davvero per valutare il territorio. Due anni fa abbiamo lasciato i nostri precedenti lavori per creare Happennines e iniziare un progetto lungimirante partendo dal piccolo con un modello di gestione del turismo che potrà poi essere estesa e replicata. Abbiamo quindi pensato ad un nome evocativo unendo due termini inglesi per dire “accade negli Appennini”: il nostro obiettivo è fare rete tra queste montagne concentrandoci però nelle Marche e nell’Umbria».
 
Cosa avete creato?
«In questi due anni abbiamo dato vita ad una rete in cui il turista, l’alunno o il cittadino hanno la possibilità di diventare fruitore attivo del territorio e di ciò che esso offre in ambito culturale, ambientale ed enogastronomico. Ecco che abbiamo creato Sassoferrato Turismo per gestire l’intera rete museale composta dallo Iat, aperto ogni giorno, e da cinque musei, quali Museo Archeologico, Pinacoteca Civica, Parco Archeologico di Sentinum, Galleria d’Arte Contemporanea Mam’s, Museo delle Arti e Tradizioni Popolari; Un museo per imparare, che consiste in una serie di laboratori di didattica per le scuole; Hiking Apennines, per affermare con diversi strumenti creati ad hoc il turismo sia lento sia montano negli Appennini. E poi, il progetto Devota Bellezza… che va oltre la mostre».
 
In cosa consiste?
«Chi acquista il biglietto per la mostra de Il Sassoferrato, entrerà in un circuito che comprende 27 siti culturali da visitare e apprezzare tra Marche e Umbria. I paesi interessati sono: Sassoferrato, Ancona, Cagli, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Fabriano, Frontone, Genga, Jesi, Mondavio, Pergola, San Lorenzo in Campo, Serra De’ Conti, Urbisaglia, Gualdo Tadino e Gubbio».
 
Dal vostro punto di vista, come va intesa la promozione turistica, indipendentemente dal territorio?

«Come un’impresa in cui vi è un progetto e un business model». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico