Cinzia e Lucrezia, gli stessi occhi color del mare, raccontano la loro vita incrociata di donne da copertina, molto riconosciute nel Maceratese e non. E danno vita a un confronto...
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Stefania Maroni detta Cinzia è avvocata cassazionista si occupa in particolare di diritto civile e matrimoniale. Presiede il comitato per le pari opportunità dell’ordine degli avvocati di Macerata. Organizzatrice de “Aperitivi Culturali” dello Sferisterio. Lucrezia Ercoli è dottore di ricerca in Filosofia all’Università Roma Tre. Insegna all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e di MacerataÈ. È la direttrice artistica del festival “Popsophia”. Scrive su diversi quotidiani nazionali.
1 La filosofia è legge o la legge è filosofia?
Figlia: In principio fu la Legge per me. Fin da piccola sono vissuta immersa nell’“avvocatese”: tra pratiche e memorie, udienze e sentenze. La professione di mia madre è stata fondamentale nell’inculcarmi la passione per il dubbio e la fede, senza sé e senza ma, nel garantismo.
Madre: Col tempo abbiamo unito legge e filosofia. Organizziamo insieme iniziative in cui si parla di filosofia del crimine con avvocati e filosofi. Del resto quando era piccola Lucrezia voleva fare l’avvocato con tanto di finta targa sulla porta della cameretta. Poi ha scelto la filosofia, ma il primo amore non si scorda mai…
2 La ammiri... quando?
F: Quando sposa una causa e va fino in fondo senza fare sconti a nessuno.Mi ha insegnato cosa vuol dire essere una vera femminista: una donna libera che ha il diritto di diventare ciò che desidera senza chiedere il permesso a nessuno.
M: Quando è sul palco o è chiamata a dire la propria.Quando ha fatto la prima comunione e le abbiamo chiesto per scherzo di fare un “discorso”, lei ci ha preso sul serio e ha “arringato” gli invitati. Forse è per questo che poi si è trasformata in un’atea militante…
3 Cosa non sopporti di lei?
F: Diciamo che perde spesso le staffe, per usare un eufemismo (questa risposta me la farà pagare). Scherzi a parte, nel bene e nel male, ha un carattere coriaceo, proprio come il mio. Ci vantiamo del nostro essere delle
inguaribili “donne sull’orlo di una crisi di nervi”. Prendere o lasciare.
M: Non sopportare è una parola grossa. Certo che la sua testardaggine a volte può far saltare i nervi. Difende la sua
posizione fino allo sfinimento e convincerla a cambiare idea non è facile. Non ho mai potuto dire “perché no e basta”.
4 Amiche per la pelle
oppure “gerarchia”?
F: Tra noi c’è un rapporto adulto e paritario. Anche se non ho mai smesso di chiederle consigli su tutto: dall’abbigliamento alla vita lavorativa e sentimentale. Ma durante l’adolescenza, non ho avuto “una mamma per amica”.
M: Dovrebbe dirlo Lucrezia… Non avuto quasi mai bisogno di imporre la mia autorità. Comunque l’ho sempre trattata da “grande”. Spesso mi fido più del suo giudizio che del mio ed ho una cieca fiducia sulla sua capacità di cavarsela.
5 Il tuo mantra?
F: La donna dei mantra è mia madre: ha la citazione giusta per ogni occasione. Infatti c’è un proverbio che mi ripete spesso: chi ha la mamma non piange…
M: “I Promessi Sposi”. Dal “si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la giornata di Rocroi” a “Così va il mondo…anzi andava”.Cerco di usare la citazione più appropriata in ogni occasione.
6 Quella volta che ti ha ispirato…
F: Con una bambina piccola, ha rinunciato alle certezze del posto fisso per seguire la sua passione. Ecco, nella vita vorrei essere altrettanto coraggiosa nel seguire ciò che amo.
M: Mi ha ricordato di avere un rapporto migliore con mia madre. La mia è una generazione che ha avuto rapporti conflittuali con i genitori. Era impensabile un rapporto confidenziale e paritario. Ho capito che tocca a me colmare questo divario.
7 La rimproveri di..
F: È permalosa e prende tutto sul personale. E quando le dico “prendila con filosofia” non reagisce bene…
M: Di non divertirsi abbastanza. È una stakanovista e per il lavoro fa troppe rinunce.
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Corriere Adriatico