La mediazione della pittrice Emma che salvò la vita del patriota Giannelli

Emma Gaggiotti Richards
Delle bellezze del passato, di cui non è arrivata sino a noi alcun immagine, nell’inconscio collettivo si sono come azzerate le caratteristiche reali per far posto ad...

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Delle bellezze del passato, di cui non è arrivata sino a noi alcun immagine, nell’inconscio collettivo si sono come azzerate le caratteristiche reali per far posto ad un prodotto della fantasia che proprio per questo resiste al tempo e all’oblio come ogni vero mito. Nel caso che ritratti pittorici o fotografici di leggendarie beltà femminili ci siano, invece,pervenuti, non sono rari i momenti di delusione provata: i criteri di giudizio sulla bellezza seguono infatti l’andamento temporale e cambiano di conseguenza facendo risultare sopravvalutate affascinanti dame del passato. Di Emma Gaggiotti Richards pittrice dell’Ottocento - pittrice che ai suoi tempi vide ,in un certo senso sottovalutato il proprio talento artistico perché la sua avvenenza finiva per prevalere su tutti gli altri aspetti –ci è giunto un ammiratissimo autoritratto che, se non altro, ci consegna la visione che l’autrice ebbe di se stessa. 


Una copia dell’autoritratto
Dal dipinto – una copia dell’autoritratto fatto dalla stessa autrice fece parte della collezione privata della Regina Vittoria- ci guarda, con un intenso sguardo pieno di rigore e consapevolezza del proprio operato, una bruna bellezza mediterranea sorpresa, con la tavolozza dei colori ed il pennello nell’atto del dipingere. Più che di una strepitosa bellezza, l’autrice del dipinto vuol segnalarci la fierezza che le deriva dall’attività svolta e vuol sottolineare che il fascino esercitato è di carattere decisamente spirituale. Emma Gaggiotti era nata a Roma nel 1825 e per assecondare la sua abilità nel disegno la famiglia le aveva permesso di seguire le lezioni di Tommaso Minardi , stimato professore di disegno presso l’Accademia di San Luca. La Roma artistica di quei tempi non cedeva alle lusinghe della modernità e preferiva attardarsi nel territorio della tradizione consolidata: per Emma fu dunque quasi inevitabile entrare nel mondo delle arti figurative attraverso la porta del Neoclassicismo. 

La porta del neoclassicismo
E quel linguaggio che sospendeva ogni evoluzione stilistica in nome dell’armonia di forme e contenuti costituì la modalità della prassi artistica della pittrice a cui peraltro seppe aggiungere i colori e le luci di una malinconica pensosità. L’Italia di quegli anni era alle prese con la passione politica di sognare progetti di rinnovamento totale per un paese, diviso, arretrato e soggetto a dominazioni monarchiche di antico regime. 

La calma apparente
La stessa calma che regnava all’interno dello Stato della Chiesa in realtà era del tutto apparente e segretamente circolavano, come venti forieri di imminente tempesta, idee rivoluzionarie di tipo liberale e di tipo mazziniano persino nella periferica Ancona dove Emma si recò a vivere con la famiglia continuando a studiare composizione artistica sotto la guida di un pittore locale Nicola Consorti fedele continuatore della pittura di gusto neoclassico. Ovunque nella città dorica si parlava di lei e moltissimi erano gli ammiratori ma il fortunato che riuscì ad essere ricambiato nelle sue profferte d’amore fu un importante personaggio cittadino di origine straniera Alfred Bate Richards che riuscì a sposarla e a portarla con sé a Londra. Ritornò poi alla sua amata Ancona durante il decennio di occupazione austriaca negli anni ’50. E in quel periodo, nonostante si fosse sempre tenuta distante dalle insidie della politica, si rese protagonista di un’eroica mediazione a favore di Antonio Giannelli. 

La mediazione per il patriota

Giannelli era un appassionato patriota anconetano che, per aver tentato di sobillare contro le autorità austriache le truppe magiare che stavano occupando la città, dopo la caduta della effimera Repubblica Romana, era stato condannato a morte. Informata dalla moglie del Giannelli della terribile condanna, impietositasi della sorte di questa infelice famiglia anconetana, Emma riuscì a convincere il Comandante della guarnigione austriaca a commutare la condanna alla pena capitale in un periodo di detenzione in carcere. Il fascino della bellissima Gemma aveva ottenuto questa volta il più bel riconoscimento, il dono della salvezza di una vita umana. La vita di Emma ebbe dopo il matrimonio una svolta significativa accolta nelle principali corti europee si distinse per una produzione artistica che toccava tematiche di grande interesse, dai soggetti sacri come le figure allegoriche La Fede, La Speranza, La carità. L’Amore di Dio, alle rappresentazioni pittoriche delle “Quattro stagioni” presso il Castello di Fontainbleau per Napoleone III ai celebri ritratti come quello a cavallo di colui che in seguito divenne Guglielmo I di Prussia e quello celebratissimo dell’esploratore Von Humboldt. Emma si spense a Velletri nel 1912.
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Corriere Adriatico