Vinicio Capossela star alla Sagra dell'Uva: una serata combat folk

Vinicio Capossela star alla Sagra dell'Uva: una serata combat folk
Cupramontana a tutto “Combat folk” con Vinicio Capossela. Stasera alle 23,30 l’artista irpino si esibirà sul palco di Piazza Cavour. Uno show particolare,...

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Cupramontana a tutto “Combat folk” con Vinicio Capossela. Stasera alle 23,30 l’artista irpino si esibirà sul palco di Piazza Cavour. Uno show particolare, realizzato quasi esclusivamente per la kermesse nella capitale del verdicchio. Ingresso 12 euro.


Lo spettacolo
Le date denominate “Combat folk” sono rivincite all’aperto in contesti molto popolari dedicati al folk e alla terra, che celebrano il disco “Canzoni della Cupa” dopo i due tour “Ombra” e “Polvere”. Fanno parte di “Atti unici e qualche rivincita”. Non un tour, dunque, né uno spettacolo che si ripete, ma un esercizio di eclettismo. Quella di Vinicio Capossela è stata, infatti, un’estate all’insegna dell’eclettismo nei luoghi più suggestivi d’Italia, dove ha messo in scena tutta la sua creatività in campo musicale: dai duetti, all’orchestra, ai brani corali fino alle rappresentazioni più immaginifiche dell’Odissea dell’artista. «Si tratterà di concerti di “Combat folk”, in cui la musica, più che la scenografia o l’evocazione teatrale sarà la vera protagonista - afferma Capossela - una formazione a due trombe, con propulsione a tamburo e pompa di contrabbasso, schitarrante di ballate, violino e serenate, al grido di battaglia di “All’incontrè ‘r”, come il festival sponzante nelle terre che questa musica ha generato. Per rivoltare la polvere». Chiaro, no? Anche se a tratti intraducibile. Ma lui è fatto così, e il pubblico lo ama anche per questo.

L’artista
Cantautore, poeta, scrittore e fantasmagorico entertainer, Vinicio Capossela (nato ad Hannover nel 1965) debutta nel 1990 sotto l’egida di Renzo Fantini (già con Paolo Conte e Francesco Guccini) con il disco “All’una e trentacinque circa” che gli vale la Targa Tenco, premio che gli verrà attribuito altre tre volte negli anni successivi. Con “Il ballo di San Vito” (1996) arriva il primo deragliamento musicale di Capossela: fanfare macedoni e la chitarra di Marc Ribot si fondono in una musica che vive di riferimenti e rimandi immaginifici e al tempo stesso più personali. Dall’album “Canzoni a Manovella” (2000) in poi, Capossela rivolge la sua attenzione a temi più universali, spesso ispirati alla grande letteratura, da Melville a Céline, da Dante ad Omero, mentre la sua attività concertistica è sempre più tesa alla rappresentazione dell’opera in forma di spettacolo e a radicarsi al tempo stesso in una serie di eventi unici senza repliche.

I premi

Partiamo dalla fine: si è aggiudicato il Premio Lunezia Canzone d’Autore 2017 per l’album “Canzoni della Cupa”, la sua opera è stata definita dalla commissione “Album epocale”. Sempre quest’anno ha vinto il prestigioso Tenco 2017, un riconoscimento che colloca così il nome di Capossela accanto a quello di altri grandi cantautori già vincitori (tra gli altri Leo Ferrè, George Brassens, Leonard Cohen, Atahualpa Yupanqui, Tom Waits, Caetano Veloso, Joni Mitchell, Patti Smith, Paolo Conte, Renato Carosone, Franco Battiato). A giugno The Sunday Times inserisce l’album “Ovunque Proteggi” tra i 30 migliori dischi di World Music, definendo Vinicio con queste parole: «Canta come Tom Waits, scrive come Ovidio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico