MONTE SANT’ANGELO - La storia del santuario di San Michele Arcangelo affonda le sue radici nella tradizione che lo vide nascere nel 490 d.C., anno della prima apparizione...
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Meta di pellegrinaggio
E proprio quella grotta, prescelta da secoli come meta di pellegrinaggi, luogo di preghiera che nell’arco di quindici secoli di storia ha mosso cristiani da tutto il mondo. La struttura del santuario è su due livello uno superiore ed uno inferiore: su quello più elevato il portale romanico e il campanile (anche torre angioina) voluto da Carlo d’Angiò come ringraziamento a san Michele per la conquista dell’Italia meridionale ed è modellato secondo lo schema delle torri di Castel del Monte. Il livello inferiore comprende la grotta, alla quale si accede direttamente dalla scalinata angioina, il museo devozionale e le cripte. E proprio le cripte sono tornate recentemente (longobarde) alla luce durante una campagna di scavi tra il 1949 ed il 1960. Una volta servivano come ingresso alla grotta e furono definitivamente abbandonate attorno al tredicesimo secolo durante il periodo delle costruzioni angioine. Numerose iscrizioni lungo le pareti delle “cripte”, talune a caratteri runici, testimoniano il notevole afflusso dei pellegrini provenienti da tutta l’Europa fin dall’epoca longobarda.
Il riconoscimento Unesco
Nel 2011 arrivò il riconoscimento Unesco e circa 3 anni dopo quello del National Geographic. L’istituzione scientifica americana ha inserito all’ottavo posto la grotta in una classifica di dieci redatta proprio dal National Geographic. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico