"Bastard Suday": al Ventidio Basso va in scena la morte di Pasolini

"Bastard Suday": al Ventidio Basso va in scena la morte di Pasolini
È una delle performance più attese di “APP- Ascoli Piceno Present”, il festival delle arti sceniche che per due intere giornate invaderà le...

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È una delle performance più attese di “APP- Ascoli Piceno Present”, il festival delle arti sceniche che per due intere giornate invaderà le location più suggestive del centro storico del capoluogo piceno. La terza edizione di questa full immersion nel teatro, nella musica e nella danza vedrà stasera alle 22 al Ventidio Basso un lavoro con le coreografie e l’interpretazione di Enzo Cosimi, affiancato dalla straordinaria danzatrice Paola Lattanzi. Si tratta di “Bastard Sunday”, uno spettacolo di grande impatto emotivo ispirato alla figura e all’opera di Pier Paolo Pasolini che si avvale della collaborazione del tedesco Robert Lippok, musicista tra i più interessanti e innovativi della scena musicale elettronica. A 43 anni di distanza dall’uccisione del poeta-cineasta, lo spettacolo ripropone la nottata terribile in cui egli morì. Una rappresentazione che offre vari elementi: dal muso della Alfa Romeo di Pasolini alla vera voce del suo assassino Pino Pelosi in un’ intervista dell’ epoca. Il tragico episodio di cronaca tuttora irrisolto si basa sui corpi danzanti di Cosimi e di Paola Lattanzi, nei panni, lei, di una figura androgina.


“Bastard Sunday” viene riposto a 14 anni di distanza dal debutto. Il mistero su Pasolini è sempre attuale?
«È uno spettacolo che continua ad avere sempre un grande riscontro. Lui e Andy Warhol sono due tra le figure più straordinarie della cultura e dell’arte contemporanea. In scena ripercorro quella terribile notte, in un viaggio di suggestioni in cui spero venga fuori tutto l’universo psichico e intellettuale dell’uomo e dell’artista».

E desta sempre clamore, con un nudo integrale in scena...
«Paola Lattanzi è la mia musa e qui con il suo corpo tragico intende essere un’entità a se stante, perché non volevo dare connotazioni precise di natura sessuale. Lavoro spesso con corpi nudi e credo davvero che ciò in teatro non possa essere visto come provocazione. Il vero scandalo attualmente è ciò che ci propinano in tv».

Cosa l’affascina del mondo di Pasolini a tanti anni di distanza dalla sua morte?
«Se c’è un elemento che osservo ancora oggi di lui è la sua purezza, la capacità di poter affermare teorie e intraprendere battaglie civili con una leggerezza rara. Un spirito puro ma anche libero, coraggioso e attuale, visto che con gran parte di ciò che ha fatto e scritto ha anticipato i tempi».

Ha spesso detto che senza la musica questo lavoro non sarebbe lo stesso...
«È vero. Devo dire grazie al mio amico Giorgio Mortari che con il suo festival “Dissonanze” mi ha fatto conoscere l’operato di un musicista e compositore straordinario, Robert Lippok. La musica che ascoltate è la sua e rende benissimo le atmosfere vissute in scena».

Il suo rapporto con le Marche è ormai atavico.

«Devo dire grazie all’Amat, con cui ormai collaboriamo sempre più spesso, per questo amore. Adesso, dopo aver scoperto Civitanova e Macerata, sarà la volta di Ascoli e del suo teatro. Mi dicono che sia bellissimo e sono molto felice che ospiti il mio spettacolo».
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Corriere Adriatico