Non solo spiagge e grande cucina Il Salento con il cuore bizantino

Non solo spiagge e grande cucina Il Salento con il cuore bizantino
La danza dei coltelli, la carne e le chiese bizantine: sono l’antidoto al Salento d’agosto. Quando la taranta ha stropicciato le orecchie, e non solo, anche ai...

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La danza dei coltelli, la carne e le chiese bizantine: sono l’antidoto al Salento d’agosto. Quando la taranta ha stropicciato le orecchie, e non solo, anche ai più devoti seguaci di De Martino e Carpitella; quando tutta la flotta del Mediterraneo non è sufficiente a offrire il pesce fresco promesso in ogni luogo; quando le spiagge sono più piene di cinesi a Dalian e folignati a Civitanova. L’unicità e la grandezza del Salento stanno anche in questo: nell’offrire in un contesto geograficamente limitato, e comodo da frequentare, esperienze comunque felici.




La tradizione
La danza dei coltelli si celebra a Torrepaduli, frazione di Ruffano, nella notte tra il 15 e il 16 agosto. Fa parte del cartellone, allestito da un comitato di volontari e promosso dalla Chiesa Santuario di San Rocco, che quest’anno si prolunga fino al 17. La tradizione prende corpo dall’incontro dal duello salentino con quello degli zingari, ed è dedicato a San Rocco, il santo con il cane, sempre accanto agli ultimi. Attorno alle ronde, che si creano molto spesso spontaneamente, il duello scolora in danza al ritmo della pizzica: spettacolo coinvolgente e emozionante. Quest’anno, ci saranno anche le piccole ronde, cioè i bambini: è il risultato di un percorso di formazione avviato nelle scuole. La conoscenza e i valori dell’origine del tramandati ai più piccoli: l’unico sistema per non far seccare il ramo di questa splendida tradizione.



Il food
Il piatto tipico della festa di San Rocco sono i pezzetti (straccetti) di cavallo al sugo, anche se ognuno poi, come tradizione impone, ha la sua ricetta. Un ottimo motivo per lasciare il pesce e avventurarsi nel gusto della carne. Da questo punto di vista, è diventata abbastanza usuale nel Salento l’abitudine di mangiare direttamente in macelleria. Un km zero che non piacerà ai vegani ma che al turista affamato regala grande soddisfazioni. A Lecce, si possono provare i due locali della famiglia Barba, Barbagrill e Carnivori, specializzati in podolica. A Collepasso, invece, i segreti della carne li svelano al Palmento, masseria alle porte del paese, dove ai tagli di Totò cotti sulla brace - sulle bistecche di scottona è indicata anche la data di inizio frollatura - si aggiungono i dolci di Sara. E andarsene senza aver provato il cheese cake con le pere, sarebbe un autentico delitto. Ristoranti, con menu molto più articolati, ma comunque devoti alla tradizione della carne, sono Le Tagghiate a Lecce e La Porta antica, a Sternatia, in piena Grecìa Salentina.



La fede
Proprio la Grecìa può essere l’inizio del percorso delle chiese bizantine salentine. Può essere perché le testimonianze storiche della dominazione orientale sono veramente tantissime. A Carpignano Salentino, in piazza Madonna delle Grazie, c’è la cripta di Santa Cristina: il Cristo in Trono con la Madonna Annunziata e l’Arcangelo Gabriele sono affreschi anteriori al Mille. Molto preparata e cortese la guida che accoglie - su appuntamento telefonico - i visitatori. Ci si allontana verso Oriente e si giunge a Otranto dove, salendo verso il meraviglioso Albero della vita nella Cattedrale di Santa Maria Annunziata, ci si imbatte nella chiesa di San Pietro, risalente all’VIII secolo, pianta quadrata, a croce greca. Le pitture più antiche sono la Lavanda dei Piedi e l’Ultima Cena. San Pietro contende a Casaranello il titolo di espressione più alta dell’arte bizantina del Salento. Non resta che spingersi a Casarano, dove si trova la chiesa di Santa Maria della Croce, detta appunto Casaranello, per fare il confronto. Quest’ultima è una delle chiese più antiche d’Europa, conosciuta per i suoi splendidi mosaici, confrontabili con quelli di Ravenna. Unici anche gli affreschi paleocristiani. Tre tappe che non esauriscono il tour bizantino nel Salento ma sono soltanto un assaggio in attesa del prossimo anno. Quando, di nuovo in Salento, si potrà partire per altre scoperte.

Stupore infinito

La visita alla chiesetta di Santo Stefano a Soleto è un viaggio nel confine tra la chiesa cristiana di Oriente e di Occidente. La tradizione bizantina è narrata, in una serie di affreschi in cui spicca Santa Sofia,che ne fanno un’autentica bibbia narrata per immagini. Per visitarla 333 8451218. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico