Luoghi che risorgono: la cattedrale dei gabbiani inaspettata sulla spiaggia

Luoghi che risorgono: la cattedrale dei gabbiani inaspettata sulla spiaggia
A metà Ottocento, in Gran Bretagna, la farfalla Biston betularia da bianca passò a essere scura per mimetizzarsi con la fuliggine, soprattutto in città...

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A metà Ottocento, in Gran Bretagna, la farfalla Biston betularia da bianca passò a essere scura per mimetizzarsi con la fuliggine, soprattutto in città altamente industrializzate come Manchester. Un classico dell’evoluzione, segno evidente dell’inquinamento introdotto nell’aria dalle ciminiere delle fabbriche che continuavano a proliferare senza controllo. Oggi, però, quei siti infernali di smog e sovraffollamento si stanno trasformando in paradisi architettonici e turistici, grazie al moltiplicarsi di progetti per il recupero degli spazi industriali. La maggior parte delle aree dismesse diventano, infatti, «officine di sperimentazione» in cui gli artisti creano, suonano, dipingono e producono nuove forme di espressione. Grandi architetti sono chiamati a progettare e mettere in luce l’anima e la storia di questi luoghi, dando nuova linfa vitale all’archeologia industriale. Ecco il tour delle città risorte dalle proprie ceneri come l’Araba fenice.




Rinascere dalle ceneri
Nell’ex prolifero bacino industriale della Ruhr, regione storica tedesca nella Renania Settentrionale, interi complessi siderurgici e minerari sono stati rigenerati in spazi pubblici e insediamenti di città-giardino, seguendo le regole di bio architettura. Un progetto regionale che si snoda per circa 400 chilometri e coinvolge la conurbazione che aggrega le città di Essen, Duisburg, Dortmund e Oberhausen, presentando ai visitatori 52 testimonianze del passato industriale e della sua realtà attuale. A Dortmund, a esempio, nominata capitale europea della cultura nel 2010, l’ex miniera Zollern è stata riconvertita in museo e centro culturale per eventi più diversi.
La cultura è il punto di forza della nuova città, che oggi è sinonimo di musica e di nuove forme di promozione dell’arte e dello spirito creativo. Le ciminiere che sputavano veleni e il freddo grigiore dell’acciaio non sono che uno sbiadito ricordo ormai e l’ex bacino della Ruhr vi stupirà nella sua nuova veste.

A due passi da casa

Il principale esempio di archeologia industriale marchigiana è attribuito a Pierluigi Nervi, ingegnere civile e architetto di fama mondiale, tra i progettatori del Pirellone: avrebbe costruito il capannone degli ex stabilimenti chimici Montedison di Porto Recanati, oggi ribattezzato “La Cattedrale dei gabbiani”. Il valore architettonico dell’edificio sta nell’essenziale concezione strutturale, che identifica l’intera costruzione con la copertura, riducendola alla sua funzione di protezione dei materiali, e facendone l’elemento compositivo principale. Una «Cattedrale» fuori dal comune, lungo la spiaggia, in un luogo dove non ti aspetteresti di trovarla, che lascerà a bocca aperta. L’archeologia industriale al suo meglio e a due passi da casa, in uno dei rari esempi di architettura dei grandi spazi nelle Marche. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico