A Jesi nella tenda dell'imperatore Federico II e nei velluti del Pergolesi

A Jesi nella tenda dell'imperatore Federico II e nei velluti del Pergolesi
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JESI - Agli occhi di chi è attratto dalla stagione del Festival Pergolesi Spontini, il titolo che Jesi ha di “Città Regia” risulta spesso nuovo. Gli abitanti, pur con una lunga tradizione repubblicana alle spalle, ne sono ancora fieri, ma non è questo privilegio a fare della città federiciana un luogo di interesse. Il fatto di aver dato i natali, quasi per caso, a Federico II, costituisce ancora, oltre che motivo di orgoglio per i cittadini, un appeal, ora dispiegato nel nuovo museo a lui dedicato. Per il turista la prima meta sarà senz’altro la piazza, che fu incrocio di cardo e decumano della centuriazione romana, quella intitolata all’imperatore svevo, perché il 26 dicembre 1194 egli vi nacque, sotto una tenda.




Il Duomo
Qui, all’ombra dell’obelisco che domina la fontana di Raffaele Grilli e di Luigi Amici, lo sguardo si posa sui tetti che orlano il quadrilatero, fino al Palazzo Bisaccioni che lo chiude affiancato da settecentesco Duomo. A sinistra, la facciata di una chiesa non inganni: in cima alla breve scalinata s’apre il portale di un luogo di sacralità laica: è il teatro/studio intitolato a Valeria Moriconi, che conserva molti ricordi di questa primadonna assoluta delle scene. Era nata sulle Mura Orientali, che circondano il centro storico, baluardo imprendibile su tutti i lati, che conservano i segni architettonici di Francesco di Giorgio Martini e di Baccio Pontelli, oggi abitato da jesini fortunati che dall’alto scrutano la Vallesina senza temerne invasioni.

L’arte del passato
All’interno, tra l’una e l’altra delle porte monumentali superstiti, si allineano i palazzi storici, residenze nobiliari, alcune delle quali elette a siti di pubblica visitazione, come il Palazzo della Signoria, che ospita la Biblioteca Planettiana, e Palazzo Colocci, non lontano, eletto Casa Museo del Marchese Adriano Colocci Vespucci. E l’arte del passato è dispiegata, a Jesi, a Palazzo Pianetti, sede della Pinacoteca civica pregevole. I soffitti affrescati con le storie di Enea competono per bellezza con le opere pittoriche che vi sono esposte, su cui dominano incontrastate le opere di Lorenzo Lotto. Da secoli Santa Lucia, col sontuoso abito giallo, indica il Cielo cui ha votato l’anima, insensibile a uomini e buoi che vogliono distrarla. I colori della splendida tela sono gli stessi che illuminano la Madonna di San Francesco al Monte: scena di pacata, familiare sacralità. Difficile distoglierne gli occhi, non fosse che dalle porte vetrate la luce del giorno filtra azzurrata dalla grazia della Galleria degli Stucchi, corridoio delizioso di simboli e decori, festoni e bassorilievi: immaginifica Wikipedia del passato, in cui le stagioni e i continenti si contendono le metafore di virtù e arti, a gareggiare con più vaste e blasonate gallerie di capitali europee. Esse invidiano a questa la sua preziosa civetteria, in cui è facile ambientare con la fantasia passeggi ciarlieri di dame di provincia, corteggiate da ossequiosi cicisbei.



L’ora del teatro
È già sera, e si avvicina il momento di entrare a teatro: il Pergolesi incanta per l’eleganza raffinata dei palchetti e del plafone, ornato di un tendaggio trompe l’oeil. Prima che lo spettacolo inizi, sarà bene augurante salutare l’ingresso a Jesi di Federico II a cavallo, dipinto a metà dell’800 sul sipario. Che adesso si alza, lo spettacolo comincia, nel nome del musicista genius loci, Giovan Battista Pergolesi.

A tutto Festival
La XVII edizione del Festival Pergolesi Spontini prende il titolo “Falso d’autore” e si svolge tra Jesi, Maiolati Spontini, Ancona, Apiro, Loreto, Monsano, Ostra, Serra de’ Conti. Iniziato il 7 agosto, ha il suo clou a settembre, che si apre con lo “Stabat Mater”, il capolavoro di Pergolesi, nella revisione critica di Claudio Toscani. Il ricco programma è consultabile al sito www.fondazionepergolesispontini.com.



Il viaggio multisensoriale
È un viaggio multisensoriale quello del Museo dedicato a Federico II. Si sviluppa in sedici sale tematiche, sui tre piani di Palazzo Ghisleri, nella piazza dove è nato e che dall’imperatore definito “Stupor Mundi” prende il nome. Istituito dalla Fondazione Federico II Stupor Mundi, è visitabile tutti i giorni: 10-13 e 15-19, e fino al 31 agosto ogni venerdì, sabato e domenica fino alle 22.

Info www.federicosecondostupormundi.it. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico