Robot Da Vinci, la nuova frontiera hi tech della chirurgia microinvasiva

Robot Da Vinci, la nuova frontiera hi tech della chirurgia microinvasiva
Il robot Da Vinci. Ovvero, la nuova frontiera della chirurgia mininvasiva. Un pezzo del puzzle che si aggiunge alle già eccellenze degli Ospedali Riuniti di Ancona che, con...

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Il robot Da Vinci. Ovvero, la nuova frontiera della chirurgia mininvasiva. Un pezzo del puzzle che si aggiunge alle già eccellenze degli Ospedali Riuniti di Ancona che, con la chirurgia robotica, si candidano a diventare cento di riferimento nazionale per il settore, con particolare riferimento alla chirurgia colo-rettale ed endocrinologica-tiroidea. I dati, allora: a tre anni dal primo intervento, un’Emicolectomia destra robotica (asportazione del colon per tumore), se ne contano circa 500 di cui 180 eseguiti in chirurgia generale, oltre 300 in ambito urologico e 10 nella chirurgia pediatrica. Tutti interventi precisi e poco traumatici. Così garantisce Mario Guerrieri, direttore della clinica chirurgica della Politecnica delle Marche. Che rilancia: «Torrette, da oltre 5 anni svolge, con questo sistema, chirurgia mininvasiva dell’apparato digerente, chirurgia urologica e pediatrica. Ultima, in ordine cronologico, è l’apertura della nuova frontiera della robotica nella tiroide».

 
La chirurgia robotica: i vantaggi
Ultimo traguardo della chirurgia, in costante evoluzione. Gli Ospedali Riuniti di Ancona, primi nelle Marche, danno il via a questa nuova frontiera. Dice Guerrieri: «La chirurgia robotica nasce come evoluzione della tecnica laparoscopica che ha segnato una svolta epocale nella tradizionale chirurgia a cielo aperto. È l’ultima frontiera nel campo dell’innovazione tecnologica e rappresenta il più raffinato strumento attualmente disponibile in chirurgia».
 
Il Robot Da Vinci
Riproducendo all’interno dell’addome gli stessi movimenti della mano del chirurgo, il Robot Da Vinci permette di operare i pazienti in maniera sempre più precisa e soprattutto poco traumatica. Grazie ad una consolle computerizzata di manipolazione a distanza, il chirurgo è in grado di comandare i bracci robotici, inseriti nel campo operatorio, che eseguiranno istantaneamente i movimenti effettuati dalle stesse mani del chirurgo. Questo permette di realizzare interventi complessi con tecnica minimante invasiva. «È possibile eseguire con tecnica robotica questi tutti gli interventi di chirurgia addominale», chiarisce Guerrieri.
 
I vantaggi
Il professore entra nei dettagli: «I principali vantaggi sono rappresentati dalla grande precisione chirurgica, frutto dell’assenza dei fisiologici tremori umani e dall’ampio range di movimenti garantito dal sistema robotico, da una visione tridimensionale ad alta risoluzione, 3d-Hd del campo operatorio, dall’assenza dei movimenti paradossi degli strumenti, dalla possibilità di eseguire complicate mini-suture nonché da un maggior confort per il chirurgo». Per il paziente, «sono garantite ridotte perdite ematiche, minor dolore postoperatorio, precoce ripresa delle funzioni organiche, diminuzione delle infezioni chirurgiche». E ancora: «Miglior risultato cosmetico per l’assenza di cicatrici e riduzione della degenza ospedaliera e della convalescenza».


 
Il caso Marche
Guerrieri racconta: «La storia della chirurgia robotica nelle Marche risale al 2000, quasi in contemporanea con la prima applicazione tedesca, quando l’ospedale cardiologica Lancisi, attualmente confluito negli Ospedali Riuniti di Ancona, si è dotato di un Da Vinci per eseguire interventi di by passa aortocoronarico a cuore battente». In seguito, l’attività di chirurgia robotica è stata ripresa dall’ospedale regionale di Torrette. Negli ultimi mesi, due importanti interventi di Tiroidectomia robotica trans-ascellare sono stati portati a termine dall’equipe del professor Mario Guerrieri in collaborazione con Maddalena Baldarelli e Micaela Piccoli, del Policlinico di Modena. «In tali interventi – spiega Guerrieri – è stata asportata la tiroide con un piccolo taglio sotto l’ascella senza l’incisione sul collo».
 
La prima volta a Francoforte

Il Robot Da Vinci è entrato in sala operatoria, per la prima volta, nel 2000 a Francoforte. Da allora, molti chirurghi in tutto il mondo hanno adottato tale strumento per affrontare interventi sempre più complessi. In un solo anno, in Italia, il numero degli interventi realizzati con questo sistema è cresciuto del 40% collocando il Belpaese in testa a livello europeo per l’utilizzo di tale tecnologica. La chirurgia del futuro sarà sempre meno invasiva e, q uindi, l’uso di Da Vinci per interventi ad alta complessità sarà sempre più lo standard per ospedali ad alta specializzazione. “Le prospettive della chirurgia robotica – chiude Mario Guerrieri (nella foto)– sono legate alla piattaforma ‘single site’, chirurgia robotica con una singola mini-incisione, che consentirà di eseguire interventi complessi di chirurgia colo-rettale. Inoltre, è auspicabile l’applicazione di questo sistema anche contro l’obesità”.
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Corriere Adriatico