Un lavoratore infartuato su 4 abbandona il lavoro, volontariamente o meno, entro 12 mesi dal rientro in azienda. È quanto emerge da un’indagine pubblicata su Jacc e...
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L’età media si abbassa
«Questi dati devono farci riflettere - commenta Carola Adami, fondatrice e Ceo della società di ricerca e selezione del personale di Milano Adami & Associati - Se ormai da anni si parla dell’accumulo di stress tipico di certe professioni come ulteriore fattore di rischio di infarto, ora dobbiamo iniziare a pensare non solo alle cause, ma anche agli effetti che un infarto può avere sulla vita professionale di una persona». Da recenti studi emerge inoltre come negli ultimi anni l’età media delle persone colpite da infarto si sta via via abbassando: in base ad una ricerca condotta su circa 4 mila pazienti dalla Cleveland Clinic, l’età media si è abbassata dai 64 ai 60 anni. Un abbassamento dell’età - sottolineano gli esperti- che, tra le altre cose, porta anche ad un progressivo aumento degli infarti in età lavorativa. «Un infarto segna profondamente la vita di un individuo, anche dal punto di vista professionale - ricorda Adami - e in molti casi gli infartuati hanno delle concrete difficoltà a proseguire normalmente la propria carriera lavorativa. Non è infatti raro incontrare persone che, ad un anno o due dall’infarto, sono state costrette a cambiare totalmente lavoro o, nel peggiore dei casi, a ritirarsi completamente». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico