MILANO - «No alle verdure a foglia larga per curarsi dall’artrite reumatoide, attenti alle cure alternative». È il monito di Antonella Celano, presidente...
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L’equilibrio
Dalla Celano la testimonianza di ciò che si prova nella quotidianità, «bisogna trovare un punto di equilibrio e convivere civilmente con la malattia, io ho imparato a conoscerla con il tempo, oggi cerchiamo di non darci fastidio l’un l’altra. È complicato affrontarla nel modo giusto, cioè ascoltare il medico, senza sentirsi medicalizzati e vivere una vita normale». L’artrite reumatoide colpisce 1 persona ogni 200, oltre 300mila soggetti in Italia, per il 75% dei casi di sesso femminile e nel pieno della vita attiva, fa sapere l’Associazione. Si calcola che in Italia oltre il 25% dei pazienti sia parzialmente limitato nel tempo libero e nel lavoro e il 4% sia affetto da disabilità completa. Rispetto ad altre forme di artrite, in quella precoce e aggressiva che interessa il 40% dei pazienti all’esordio, causa una maggiore disabilità e una più alta mortalità per manifestazioni extra articolari, in primis per patologia cardiovascolare che colpisce soprattutto le donne tra i 40 e i 50 anni, con una riduzione della sopravvivenza dai 3 ai 10 anni. Questi dati ci aiutano a comprendere quanto la diagnosi precoce possa cambiare le sorti dei pazienti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico