Assomiglia a una spirale serve a proteggere le donne dal virus dell’Hiv. Il dispositivo, un impianto vaginale, è stato realizzato da ricercatori canadesi...
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Osservate le prostitute keniane
I ricercatori hanno osservato questo tipo di fenomeno nelle prostitute keniane che avevano avuto rapporti sessuali con clienti positivi all’Hiv, ma non avevano contratto la malattia: i loro linfociti erano infatti naturalmente immuni. Gli scienziati canadesi si sono ispirati proprio a questi casi e hanno cercato di indurre chimicamente questa immunità. Hanno quindi progettato un impianto vaginale costituito da un tubo cavo e due piccoli bracci pieghevoli, che rilascia lentamente idrossiclorochina. Questa molecola permette di attenuare l’attivazione e l’infiammazione dei linfociti T vaginali. «Sappiamo che alcuni farmaci somministrati per via orale non raggiungono mai il tratto vaginale. Questo impianto - spiega Emmanuel Ho, uno dei principali autori dello studio - potrebbe quindi rappresentare un modo per incoraggiare i linfociti T a non contrarre l’infezione e quindi impedire la trasmissione in modo più affidabile e meno costoso». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico