L’arte che cura, un’alleata contro la disabilità e condizioni in crescita come l’autismo. Ne ha parlato l’assessore al Welfare della Regione...
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Serve la chiave del mondo interiore
«Trovare la chiave per consentire a ciascun individuo di tirar fuori il mondo che ha dentro permette anche un’inevitabile miglioramento anche della efficacia delle cure tradizionali», ha evidenziato Gallera. «Sono stato al Centro Benedetta d’Intino - ha raccontato - dove si lavora sulla comunicazione aumentativa. C’era un bambino di 8 anni, tetraplegico, spastico, totalmente chiuso: grazie all’uso degli occhi e a una macchina che riproduce suoni e immagini parlava con una velocità incredibile. Attraverso una macchina si è riusciti a conoscere i suoi pensieri e le sue emozioni, e di conseguenza ad adeguare anche il suo percorso di cura». «L’autismo non è una malattia, ma una condizione naturale dello sviluppo - ha precisato Moderato, psicologo e psicoterapeuta Fondazione Sacra Famiglia e docente all’università Cattolica di Milano - Ci piaccia o no siamo un pò tutti autistici. Occorre sdoganare i pregiudizi, ricorrere a diagnosi precoci che consentano a questi ragazzi di potersi esprimere secondo la loro natura».
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Corriere Adriatico