Saturnino e i suoi occhiali Eyewear: «Guardo il mondo attraverso le lenti»

Saturnino e i suoi occhiali Eyewear: «Guardo il mondo attraverso le lenti»
Gli occhiali? «Una cornice attraverso cui osservare il mondo». È la definizione di Saturnino Celani, per tutti Saturnino. Per gli appassionati di musica...

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Gli occhiali? «Una cornice attraverso cui osservare il mondo». È la definizione di Saturnino Celani, per tutti Saturnino. Per gli appassionati di musica è il bassista di Jovanotti, per i cinefili è l’attore nel film degli 883 “Jolly Blu”, per gli amanti della televisione è la guest star nella serie “Untraditional” di Fabio Volo e il conduttore del programma “I Guerrieri”, per gli amanti della lettura è l’autore della biografia “Testa di basso”, per i bambini è il papero “Pianetino” su Topolino e per gli amanti della moda è il creatore della Saturnino Eyewear, nata tre anni fa. Mondi che sembrano lontani tra loro ma che Saturnino riunisce ad unire in un unico flusso creativo.


Come è nata la Saturnino Eyewear?
«Avevo un paio di vecchi occhiali che avrei voluto ricomprare ma non li ho trovati. Così decisi di ripararli. Ad un certo punto, parlando con il mio ottico di fiducia mi disse: “secondo me dovresti realizzare tu i tuoi occhiali!”. Ne abbiamo prodotti 100 pezzi, venduti in poco tempo».

Ma perché proprio gli occhiali?
«Perché ne sono un collezionista. Oggi ne ho circa cinquanta modelli diversi. Non potendo modificare la pettinatura, gioco su e occhiali».

Riesce a individuare da cosa deriva la sua passione per gli occhiali?
«La mia passione per gli occhiali nasce nel momento in cui ho indossato il primo paio di occhiali con lenti trasparenti. Le persone vicine mi hanno subito trovato più interessante e di colpo ero più credibile».

Qual è la tendenza moda per l’estate 2017?
«La tendenza è come Babbo Natale, tutti amano credere che esista per sentirsi al sicuro ma in realtà non c’è. Esistono l’eleganza e il continuo riferimento a modelli imitativi che spesso sono naturalmente eleganti e altri che lo sono meno».

È lei che disegna i vari modelli? Come siete organizzati?
«Siamo un team molto affiatato. Non so disegnare. Diciamo che segnalo l’idea, l’ispirazione e poi la trasmetto all’ufficio stile, esattamente come accade nelle aziende del fashion. Poi è il responsabile di prodotto ad ottimizzare il tutto e decidiamo se inserirlo nella collezione o no».

Ma l’occhiale lo pensa da uomo, da donna o unisex?
«Lo stesso modello unisex ingrandito di 5 millimetri per lato può diventare molto femminile».

Che differenza c’è tra creare un occhiale da sole rispetto ad un altro da vista?
«Nulla si crea, nulla si distrugge. Tutto si trasforma. Ho passato oltre 25 anni della mia vita a trasformare montature da vista in montature da sole e viceversa».

Musicista e designer: le sue fonti di ispirazione sono le stesse? E c’è una commistione?
«Sinergia totale. L’impresa è come una band si lavora in squadra e gli occhiali sono le canzoni»

Ci faccia un esempio di come è nato un occhiale?
«Il modello “Meta Shaft” con lenti fotocromatiche grigio-verdi. L’idea mi è arrivata mentre osservavo una foto in cui il Dalai Lama si stava mettendo gli occhiali».

La marchigianità ti agevola in qualche settore?

«Diciamo che la determinazione marchigiana in certe situazioni aiuta molto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico