Non solo premi, con il Verdicchio adesso Moncaro scommette sul bio

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Moncaro è in viaggio verso il ProWein di Düsseldorf con...

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Moncaro è in viaggio verso il ProWein di Düsseldorf con una valigia piena di riconoscimenti internazionali. Recentemente, l’organizzazione di importatori cinesi “WineIta” ha premiato Moncaro nella sede dell’ambasciata italiana a Pechino come “brand italiano del vino con il maggiore potenziale nel mercato cinese”. Soltanto una settimana fa, poi, la cantina si era aggiudicata la medaglia d’oro di Mundus Vini, altro importante concorso tedesco, con il Conero Riserva Nerone. Ora, sempre in Germania, il focus sarà sui vini bio, con nuove etichette nel settore degli spumanti da agricoltura biologica. Moncaro, infatti, nel 2016 aveva già posto le basi per le esigenze dei mercati internazionali con una consistente riconversione al biologico che ha interessato 175 ettari di vigneti i quali si sono aggiunti ai 60 già certificati. Una riconversione massiccia, che ha riguardato 45 ettari di vigneti nell’area del Conero e 130 in quella del Verdicchio dei Castelli di Jesi e che ora sta riscuotendo i suoi frutti. «Il Verdicchio è uno dei vitigni più importanti dell’enologia italiana, ma rappresenta ancora una denominazione sottovalutata - commenta il presidente di Moncaro, Doriano Marchetti - la sua versatilità, la capacità d’invecchiamento e le caratteristiche organolettiche inconfondibili, ci hanno consentito di salire su tutti i più importanti podi internazionali contribuendo alla promozione di un territorio che merita di crescere ancora». A riprova del grande valore del Verdicchio, è sempre di questi giorni la classifica dei migliori 100 vini del mondo per rapporto qualità/prezzo stilata dalla Association of Wine Educators, l’associazione britannica di divulgatori indipendenti. Anche qui, Moncaro si è aggiudicata il primo posto assoluto per i vini bianchi italiani con il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico 2016. Ma oltre ai riconoscimenti, la cantina si riconferma anche nei numeri, con il 25% della superficie vitata della Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi. Il che significa che una bottiglia su quattro del bianco per eccellenza è contrassegnata dalle etichette Moncaro che abbraccia tutte le versioni previste dal disciplinare: spumante, classico, classico superiore, riserva e passito, con produzioni bio (la linea Geos) e proposte all’avanguardia in Italia nel segmento dei vini senza solfiti aggiunti (la linea Atavico).
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Corriere Adriatico