Sapori antichi, Serra de' Conti torna a celebrare la sua cicerchia

Sapori antichi, Serra de' Conti torna a celebrare la sua cicerchia
La Festa della cicerchia è tornata. Fino a domani animerà il centro storico di Serra de’ Conti. Un appuntamento che continua a promuovere la...

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La Festa della cicerchia è tornata. Fino a domani animerà il centro storico di Serra de’ Conti. Un appuntamento che continua a promuovere la biodiversità come valore attuale e futuro delle tradizionali agricole regionali. Un tuffo nel passato quando nelle campagne marchigiane questo legume era l’alimento principale per molte famiglie ed averla in dispensa costituiva una garanzia per l’imminente inverno perché ha un buon rapporto proteico, ha pochi grassi e molti amidi. Oltre 20 anni fa, la cicerchia era considerata un legume in via di estinzione ed è stato il lungo e accurato lavoro di un gruppo di agricoltori di Serra de’ Conti a permettere la salvaguardia e la valorizzazione di un prodotto originario del Medio Oriente, già apprezzato dai greci, che fu conosciuto e ampiamente utilizzato dagli antichi romani. Nelle Marche, la cicerchia si semina tradizionalmente nel “giorno cento” dell’anno, ovvero all’inizio di aprile. La produzione fa riferimento soprattutto alla cooperativa “La Bona Usanza” e la sua originalità è nell’essere macinata a pietra in un piccolo molino di Magnadorsa di Arcevia.


Le cantine

Sono 17 le cantine allestite nel centro storico con la cicerchia che sarà proposta in molte versioni insieme alla riproposizione di cibi di un tempo propri della cultura contadina. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Si potrà gustare la classica zuppa di cicerchia in pagnotta; i pippoli, originale pasta realizzata con cicerchia, ceci e broccoli al Ristoro La Bona Usanza; il tagliere de’ Vintore, alimento completo dei contadini impegnati per moltissime ore nei lavori dei campi, all’Hostaria della Loggia. Per i secondi piatti originali e localmente molto conosciute le polpette de Spescià con purè di cicerchia della Cantina del Buon Gusto, la natalizia cicerchia con coteghì de “I Cantinoni” e infine l’apprezzata trippa alla canapina ancora a La Bona Usanza. In occasione della Festa sarà assegnato il Premio per la biodiversità agroalimentare nelle Marche, istituito per far conoscere chi sul territorio regionale lavora quotidianamente per ridare centralità al cibo buono e pulito. Ad aggiudicarselo è stata Michela Paris di Ussita da anni impegnata nel recupero della pecora sopravissana con una ricercata ed accurata produzione di latte, formaggi, carni e lana di pecora. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico