PESARO - Un week end all’insegna del divertimento intelligente con la presenza nei teatri marchigiani di Virginia Raffaele e il suo atteso Performance, in scena...
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Qualche cambiamento allo show in questa fase di riallestimento?
«Di cambi non ce ne sono tanti se non quelli dettati dai personaggi che hanno un legame con l’attualità. Performance è uno spettacolo rotondo, non una semplice carrellata. Ogni maschera ha il suo spazio all’interno del filo narrativo».
Qual è la peggiore ossessione femminile?
«Tutte le maschere che porto in scena con Performance rappresentano donne molto diverse tra loro, che però sintetizzano alcune delle nostre ossessioni ricorrenti: vanità, scaltrezza, voglia di affermazione e, forse, la scarsa coscienza di sé».
Vanità e scaltrezza aiutano nella scalata al successo?
«In qualsiasi ambito lavorativo sono convinta che tenacia e la buona volontà siano gli ingredienti migliori. Il resto lascia il tempo che trova».
Cosa è cambiato dalla Virginia che imitava i suoi compagni da bambina?
«I compagni di scuola erano il mio pubblico, i professori le mie vittime. Prima era un divertimento, ora è il mio lavoro. Le regole della comicità sono le stesse, far ridere è una scienza esatta. Ma sono certamente cambiate le proporzioni: la quantità di pubblico e la notorietà dei personaggi ai quali “faccio il verso”. Ora è tutto più grande».
Da dove inizia la “possessione” del personaggio?
«Il lavoro che faccio sui personaggi è puramente attoriale. C’è sempre un dettaglio che colpisce la mia attenzione, la voce, il modo di parlare, di muoversi, un accento o anche una tematica, poi, ovviamente il lato divertente di tutte queste cose messe insieme. C’è tanta documentazione, tanto studio e tante prove: dal trucco, alla voce, alle movenze. Sento che “ce l’ho” quando mi rendo conto di poter parlare ore ragionando con la sua testa».
Quanta ironia serve per vivere questa vita?
«L’ironia serve sempre. Aiuta ad affrontare i problemi e a capirne l’effettiva importanza. Non ne vedo tantissima in giro. Forse dovremmo incentivarla con degli sgravi fiscali?».
C’è un nuovo personaggio che sta studiando e ancora non ha proposto?
«La fase di studio è la più lunga e la più importante. E soprattutto non finisce mai, ho sempre le antenne dritte per captare nuovi input».
Sia a Pesaro che a Civitanova sarà in due teatri intitolati a Rossini: ci sarà un omaggio al Maestro?
«Certo, gli ho riservato due omaggi in prima fila, spero che passi. A parte gli scherzi questo non sarebbe il contesto adatto per un omaggio al Maestro». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico