Dalle Marche fino alle porte di Roma Ecco tutti i borghi più suggestivi

Una veduta di Caprarola
ANCONA - Una via che parte dalle Marche per arrivare a due passi dalla città Eterna. Una via che attraversa la borghi piccoli o piccolissimi che nascondono gioielli di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ANCONA - Una via che parte dalle Marche per arrivare a due passi dalla città Eterna. Una via che attraversa la borghi piccoli o piccolissimi che nascondono gioielli di inestimabile valore. Un turismo “meditato” che non vuole di certo correre.


L’antico Borgo Pace

Borgo Pace racconta una storia antichissima sin dal nome – Burgus Pacis - venne scelto in ricordo della pace tra i condottieri romani Cesare Ottaviano, Marco Antonio ed Emilio Lepido originando il periodo storico del Secondo Triumvirato. Racconta anche la storia dei Montefeltro fino al passaggio allo Stato Pontificio e poi al Regno d’Italia. Oggi il piccolo centro marchigiano è un pacifico borgo montano, dove la storia dei carbonai rivive con il museo omonimo dedicato all’antico mestiere molto praticato in zona, ripercorrendo le varie fasi che portano alla realizzazione del carbone. Poco distante – in frazione Lamoli – ecco la storica Abbazia di San Michele, originaria del settimo secolo dopo Cristo con al suo interno un frammento di affresco, ora riportato su quadro rappresentante il calvario del’300, alcuni affreschi di scuola umbra del XVI secolo rappresentanti San Romualdo e San Giuliano ed un altro affresco del XV secolo rappresentante la Madonna che allatta il Bambino. Direzione San Sepolcro: 32 km e 45 minuti di viaggio.

Nella Valtiberina

Si entra nel centro storico attraverso la porta fiorentina, per iniziare a respirare l’aria del centro più importante della Valtiberina toscana, centro di cultura e turismo. Comune, signoria e fortezza medicea di confine: questa la storia di Sansepolcro, punteggiata da opere e musei meravigliosi. Da visitare il Duomo, intitolato a San Giovanni Evangelista, con le opere del Perugino (meravigliosa la sua ascensione allinterno della chiesa) e la Resurrezione di Raffaellino Del Colle (manierista attivo anche nelle Marche). Ma la grande bellezza di Sansepolcro è conservata allinterno del museo civico: scrigno dei tesori più belli di Piero della Francesca. Adesso la tappa più lunga: 203 km in direzione Caprarola. Il centro di Caprarola

Il centro di Caprarola

Il centro di Caprarola offre al visitatore molti altri spunti interessanti come ad esempio la chiesa di San Marco, eretta a fine Cinquecento su disegno del Vignola. Su piazza Vignola si affacciano palazzo Moscheni (metà XVI secolo), palazzo Sebastiani con il maestoso portale e palazzo Petti, costruito nel 1573 su abitazioni medievali . Appena fuori del centro, sono da vedere le scuderie di palazzo Farnese, oggi utilizzate per iniziative culturali e convegni. C’è poi la chiesa di Santa Teresa che ha una facciata articolata su due livelli e conserva sopra l’altare maggiore una tela di Guido Reni. Da non sottovalutare anche la possibilità di visitare la Riserva Naturale Lago di Vico (via Cassia Cimina, km 12, tel. 0761 647444, apertura 8.30-13). Ed ora 110 km in direziona Castel di Tora.

Castel di Tora sul Turano

Castel di Tora si appoggia sulle rive del lago artificiale del Turano dominato dal profilo severo del Monte Navegna (1506 m.) che nei giorni sereni può regalare dalla cima la vista della cupola basilica di San Pietro in Roma. Nel borgo, edifici in pietra locale a vista con coperture in legno e manto in coppi di laterizio, rivelano tipologie tipiche dell’architettura rurale in un contesto di antropizzazione medievale.  Risale all’XI secolo la torre poligonale della fortezza, costruita su una roccia a strapiombo, mentre sono di epoca più tarda (XV secolo) le torrette di via Turano e di via Cenci (incorporata, questa, in un’abitazione) che costituiscono i resti dell’antica cinta muraria. Da vedere la chiesa di epoca barocca di San Giovanni Evangelista e la fontana del Tritone nella piazza principale. Ultimi 100 km in direzione Castel Gandolfo: la dimora estiva dei Papi.

La dimora dei Papi


I simboli monumentali della città di Castel Gandolfo sono la Collegiata Pontificia di San Tommaso da Villanova (con i magnifici interni della collegiata che mostrano una cupola finemente lavorata e dipinta, un’architettura progettata dal Bernini nel secolo XVII) e il Palazzo Pontificio, il luogo dove i pontefici passano le vacanze estive, eretta nel XVII secolo e situata sulla piazza principale della città. Del palazzo Pontificio è possibile visitare esclusivamente la zona dei Giardini Vaticani. Questi giardini, detti anche “del Moro” si estendono per ben 30 ettari, e costruiti sui resti della villa romana di Domiziano. Particolarmente pregevole è il giardino Barberini al quale si può accedere solo tramite visita guidata e previo acquisto del biglietto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico