ANCONA - Un contrabbasso tra malti, luppoli e lieviti. È quello di Pierpaolo Chiaraluce, trentunenne di Fabriano, che dalla professione di musicista ha trovato nella birra...
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I pensieri e la voglia di raggiungere un risultato trovano una sintesi nel 2013 quando grazie ai contributi del Psr per i birrifici artigianali, al giovane Pierpaolo si accende la famosa lampadina. «Non sapevo da dove cominciare, ma sapevo cosa avrei voluto ottenere: un birrificio artigianale. Quindi ho iniziato ad informarmi e a contattare gli esperti del settore con molta umiltà», ammette. Quell’umiltà che serve per mettere i primi mattoni di un’attività di successo. Oggi, nel 2017, Pierpaolo spalanca le porte di un birrificio che ormai ha quattro anni e vanta 400mq di spazio. Ha unito, ovviamente, la sua passione per la musica alla sua nuova attività professionale. «Ho studiato dieci anni di conservatorio e sono laureato in contrabbasso, per due anni ho vissuto solo ed esclusivamente di musica, quindi volevo cercare anche un nome consono al birrificio». In soccorso arriva Johann Sebastian Bach. «Bach è il nome che ho dato al mio birrificio ed è quindi il nome con cui esco nel mercato», anche se le etichette apportano anche un omaggio alla sua città, Fabriano. Curiosità: Bach è anche l’acronimo di Birrificio Artigianale Chiaraluce. Della serie, niente al caso.
Quattro sono le etichette Bach che nello specifico si distinguono in: Bentemperata, Suite Inglese, Weizen Variations e Sonata in trio. Tutti i nomi richiamano sì la musica, ma sono ispirate al compositore tedesco Bach. Il suo amato Bach. La prima è una birra del tipo Blonde Ale, rifermentata in bottiglia e non pastorizzata; il gusto deriva in gran parte dal malto con una nota non eccessiva sul finale. Suite francese è una birra tipicamente inglese, di colore rosso e gusto ben luppolato. La terza una birra di frumento di ispirazione tedesca con note acidule derivanti dal frumento. La quarta, Sonata in trio, richiama il Belgio, è di stile Tripel con tre malti diversi. Ma, a rendere ancora più orgoglioso Pierpaolo «la birra Fabriano, in onore della mia città. Sia bionda sia ambrata, è una birra volutamente leggera e beverina che nasce per essere apprezzata anche da chi non è solito bere birra». Per gustarla c’è però un limite geografico a cui sottoporsi. «È infatti disponibile solo nei locali di Fabriano», altrimenti …che gusto ci sarebbe a chiamarla così?
«Tra i malti che seleziono vi sono anche quelli che provengono dall’orzo dei terreni di famiglia» dice mostrando sacchi nel suo laboratorio. Tra le idee per le nuove birre ci sono invece contaminazioni «tra chi mi passa a trovare e decide di affidarsi a me per realizzare nuove etichette». Quelle, per intenderci, per conto terzi. C’è chi sta sperimentando, con successo, birre al miele. Chi, Pierpaolo in persona, birra con passaggio in botte barrique. «In totale sono 60 le ricette che custodisco qui nel mio birrificio. Sei sono quelle che riguardano la mie birre. Tra i leitmotiv del suo lavoro: non filtra e non fa la sboccatura. Imbottigliamento a caduta. «In quaranta giorni la birra è tendenzialmente pronta, incluse le 8 ore di preparazione». Prossimo sogno: dedicare la birra in botte ad un noto personaggio che nelle Marche ha la sua seconda amata casa. Musicista, ovviamente. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico