Bergman 110, fino al 4 marzo la mostra a palazzo delle Esposizioni

Bergman 110, fino al 4 marzo la mostra a palazzo delle Esposizioni
Pochi registi hanno saputo restituire un’immagine del femminile sfaccettata, complessa e profonda come Ingmar Bergman. La donna è la protagonista in più della...

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Pochi registi hanno saputo restituire un’immagine del femminile sfaccettata, complessa e profonda come Ingmar Bergman. La donna è la protagonista in più della metà dei suoi 40 film, o, comunque, è un soggetto decisivo e quasi sempre con un ruolo positivo. Bergman riusciva a penetrare il pensiero femminile ma anche la dinamica uomo-donna, che sezionava con la precisione del necroscopo e la vitalità del grande artista. “Scene da un matrimonio”, girato con due dei suoi attori-feticcio, Liv Ullmann, sua compagna per lunghissimo tempo, e Erland Josephson, rimane una delle analisi più lucide e spietate del rapporto di coppia. Le “sue” Harriet Andersson, Bibi Andersson, la Ullmann, immortalano infinite donne, sensuali, sfacciate, disperate, coraggiose, irrequiete, consapevoli, elementi eccentrici di una società rigida e formale che può essere spietata. Di Bergman, regista di cinema, televisione, teatro, sceneggiatore, drammaturgo e scrittore, ricorrono i 100 anni dalla nascita e il mondo lo festeggia. A Roma dal 18 gennaio al 4 marzo, Bergman 100, una iniziativa a Palazzo delle Esposizioni, permette di rivedere alcuni dei suoi capolavori con proiezioni in 35mm e di entrare nella complessità senza tempo della sua inesausta ricerca formale e filosofica. «Tutte le donne mi impressionano: vecchie, giovani, grandi, piccole, grasse, magre, grosse, pesanti, leggere, brutte, belle, affascinanti, sgraziate, vive o morte … Il mondo delle donne è il mio universo. Può darsi che mi ci muova male, ma nessun uomo può veramente vantarsi di saperne venire a capo completamente».
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Corriere Adriatico