L'elezione del Presidente, Mangialardi: «Salvini punta su Casellati. Sarà lunga come nel 1971?»

Maurizio Mangialardi
Nel 1971 avevo sette anni e mia nonna mi faceva seguire dalla radio l’elezione del Presidente della Repubblica: ci vollero 23 scrutini per nominare Sergio Leone. Cinquantuno...

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Nel 1971 avevo sette anni e mia nonna mi faceva seguire dalla radio l’elezione del Presidente della Repubblica: ci vollero 23 scrutini per nominare Sergio Leone. Cinquantuno anni dopo mi trovo all’interno del Transatlantico a votare per il 13esimo Capo dello Stato: c’è un clima polare e non solo per le norme anti Covid che impongono finestre aperte per aerare gli ambienti. Nella seconda giornata di votazione - il Pd ha consegnato anche oggi scheda bianca - l’incertezza e la tensione per quello che sarà si comincia a fare sentire. Salvini ha presentato con il centrodestra i tre nomi della rosa: Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio, ma la sensazione è che siano stati lanciati per confondere le acque e tirare la volata alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Stiamo approdando alla terza votazione, e si sente: ho incrociato il segretario Letta durante la chiama, ma non si è fermato a parlare. C’è chi ha messo in dubbio la decisione del Pd sulle schede bianche e vorrei chiarire questo punto: il percorso scelto è perché sappiamo di non essere forza maggioritaria in Parlamento e siamo convinti che bisogna arrivare ad una scelta che non sia atto di forza. Se si votasse un presidente senza un accordo largamente maggioritario il rischio che il giorno dopo cada il Governo è più che probabile. Per noi la figura più indicata resta il premier Draghi ma ci deve essere convergenza anche con un patto di fine legislatura. Il presidente del Consiglio regionale delle Marche, Dino Latini, ha scritto ieri che il governatore Bonaccini mi coccolava: ha ragione! All’interno del Pd il clima è amicale ed estremamente informale. Mi fa piacere riscontrare che le relazioni costruite nel tempo rimangono e si rafforzano. Così ho avuto modo di parlare con il ministro Orlando della vertenza Caterpillar e con il ministro Garavaglia della necessità di portare avanti tutte le azioni necessarie per bloccare la Bolkestein evitando la procedura di infrazione. Un tema fondamentale per il turismo marchigiano che deve essere affrontato prima possibile.


*capogruppo Pd consiglio regionale Marche
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Corriere Adriatico