L'elezione del Presidente, Acquaroli: «Con De Luca e Giani, asset e Fano-Grosseto. Interessi campani a Potenza Picena e San Severino»

Francesco Acquaroli
Oltre all’emozione scontata, di cui vi avevo parlato ieri, perché questo è proprio un evento straordinario, beh, devo dirvi che l’elezione del Presidente...

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Oltre all’emozione scontata, di cui vi avevo parlato ieri, perché questo è proprio un evento straordinario, beh, devo dirvi che l’elezione del Presidente della Repubblica è stata l’occasione - unica, e anche la prima a pensarci bene - di incontrare finalmente tutti i colleghi governatori delle altre Regioni italiane. Non era mai successo da quando ero stato eletto lo scorso anno, perché a causa della pandemia tutti i meeting che ci hanno coinvolto con il governo centrale si sono svolti (e ahimè, ancora si svolgono) da remoto, dal computer, in chat. E non sono stati incontri formali quelli di ieri, anche tanta sostanza.

Con Vincenzo De Luca, per esempio, mi sono fermato a riflettere su alcune proprietà che la regione Campania ha nelle Marche, precisamente a Potenza Picena e San Severino. Gli ho spiegato che quelle sono proprietà da valorizzare, che meriterebbero un’attenzione particolare, che siamo interessati a contribuire perché rappresentano una ricchezza per il nostro territorio. Con Eugenio Giani, il governatore della Toscana, ovviamente non potevamo che trattare della superstrada Fano-Grosseto, che per me resta una priorità, infrastruttura cardine per evitare l’isolamento delle Marche. L’ho trovato d’accordo su tutto: anche lui è convinto della necessità di accorciare i tempi, non se ne può più. Per il resto ho partecipato alla prima votazione ma la percezione che ancora siamo in una fase di posizionamento generale in cui regna molta incertezza. Troppa? Non lo so, noi di Fratelli d’Italia in realtà abbiamo solo il 6% dei delegati. Tradotto: se la maggioranza di governo (cioè tutti gli altri messi insieme) avesse un nome spendibile lo farebbe eleggere immediatamente. Ergo, non ce l’ha e quindi a breve non si chiude. Ovvio che avremmo tutti preferito trovare un nome che mettesse d’accordo una parte enorme del Parlamento, una larghissima intesa per non scontentare nessuno. Non tira questa aria, almeno per il momento. I vertici dei leader di partito sono tanti e frequenti, ma soluzioni poche. In Transatlantico dicono che dalla quarta qualcosa di possa sbloccare. Io aggiungo: magari dalla quinta.

* governatore Regione Marche

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Corriere Adriatico