Coronavirus, le mosse politiche del centrodestra

Oggi è la giornata del centrodestra. Matteo Salvini, prima di avviarsi alla conferenza stampa congiunta in Parlamento con Giorgia Meloni e Antonio Tajani (Berlusconi...

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Oggi è la giornata del centrodestra. Matteo Salvini, prima di avviarsi alla conferenza stampa congiunta in Parlamento con Giorgia Meloni e Antonio Tajani (Berlusconi è in Provenza) ai suoi si rivolge così: “Noi dobbiamo dimostrare di esserci e ci siamo. Ma la verità è che Conte parla tanto di coinvolgere l’opposizione  nella gestione dell’emergenza virus e invece lo fa soltanto perché lo deve fare. Noi lo dobbiamo stanare mettendo le polemiche in freezer”. Il centrodestra dice di aver capito il messaggio del presidente Mattarella e di voler praticare esattamente la ricetta del  Capo dello Stato che ieri ha chiesto a tutti i partiti “coinvolgimento, condivisione, concordia, unità d'intenti”. Tanti sinonimi servono a far capire che la coesione, davanti a una minaccia  grande, deve prescindere dalle collocazioni parlamentari di maggioranza o di opposizione. 

È una sfida da affrontare tutti insieme, senza piccole miserabili speculazioni.

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E il “noi ci siamo” è il grido di battaglia della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Ma Salvini (che ha attaccato la gestione Conte più volte in questi giorni) e la Meloni (che ha parlato di “bulimia comunicativa” del premier e ha addirittura detto ma poi rettificato che Conte “ha delle responsabilità gravissime e un atteggiamento criminale verso l'Italia”) arrivano all’appuntamento di stamane in un mood collaborativo che allo stesso  tempo però è venato di scetticismo sulle sorti di una vera unità nazionale contro la malattia. È quella che ci vuole, ma destra e sinistra saranno capaci di concretizzarla? Sottrarsi al compito del lavoro comune invocato da Mattarella sarebbe difficile per il centrodestra. Significherebbe tornare di nuovo sulle barricate a lanciare strali contro il governo e, con questo clima preoccupato nel Paese, non sembra la strategia migliore. A capire l'antifona, per primo, è Salvini che in queste settimane è scivolato giù in i tutti i sondaggi, che lo danno pericolosamente sotto il 30%, tra il 27 e il 28%.


Ed è per lui un  chiaro campanello d'allarme: usare lo spadone di Alberto da Giussano comincia a non pagare nei consensi. Meloni invece continua a crescere nei report elettorali, con un atteggiamento più pacato ma che non fa sconti a Conte. Il centrodestra oggi dirà che non bastano 7 miliardi e mezzo di euro (ce ne vogliono 30) per fermare il Coronavirus e aiutare l’economia messa in ginocchio dal morbo. Non risparmierà le critiche al governo ma  invierà a Palazzo Chigi le sue proposte anti Covid 19 (comprensive della sospensione delle tasse alle imprese per le zone rosse, della sospensione dei mutui per le famiglie e di bonus di Stato per badanti e baby sitter) e  terrà accesi tutti telefonini dei leader e dei big dei tre partiti d’opposizione: “E vediamo se Conte ci chiama, vediamo se fa sul serio oppure è la solita manfrina”, dice Salvini. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico