Fano, Zacchilli boccia il progetto della Fattori: «Museo, prima il contenuto poi l’intervento strutturale»

Fano, Zacchilli boccia il progetto della Fattori: «Museo, prima il contenuto poi l’intervento strutturale»
FANO «Dotarsi di un progetto scientifico prima ancora che di un progetto edilizio, senza correre dietro i bandi ma partendo da una visione culturale più ampia e...

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FANO «Dotarsi di un progetto scientifico prima ancora che di un progetto edilizio, senza correre dietro i bandi ma partendo da una visione culturale più ampia e coinvolgendo qualificate competenze multidisciplinari». Nell’indicare la strada per il futuro del museo civico Dino Zacchilli, presidente del Centro Studi Vitruviani e in passato assessore, fa già emergere il dissenso verso un piano di riqualificazione che ne prevede l’estensione a palazzo De Cuppis «con una nuova torre a cerniera, la corte che diventa prato, il loggiato che verrebbe chiuso e ben quattro accessi, con riapertura dell’Arco della Regina e ingresso principale da via Nolfi». 

 


Le idee abbandonate

Ricordando come giaccia in qualche cassetto l’idea suggerita sul tema «dall’architetto Gianfranco Franchini, collaboratore di Renzo Piano anche per il Beaubourg, che interpellammo vent’anni fa» e che nel frattempo «è stato acquistato l’edificio dell’ex Filanda con il teatro romano, sul quale c’è un’ipotesi di museo archeologico con spostamento in quella sede del relativo patrimonio», senza che però si sia mai dato conto «dello studio di fattibilità commissionato a Pietro Pietraroia», Zacchilli eccepisce che nessuna attenzione è stata prestata «al patrimonio d’arte e di storia che quel palazzo racchiude» e non abbiano trovato posto nell’agenda «riallestimento e valorizzazione». Irrisolta dunque una serie di interrogativi «su pezzi da esporre, superficie complessiva necessaria, percorso fisico fra i due palazzi». 

Ribadendo che «l’intervento edilizio va fatto sul progetto di valorizzazione ed esposizione, non viceversa» e che di conseguenza «la torre cerniera, forse un po’ incautamente proposta in un contesto così delicato, potrebbe anche non essere necessaria», Zacchilli alza decisamente il sopracciglio di fronte «ai quattro ingressi, che forse non ha nemmeno il Louvre» e all’idea di fissare «l’ingresso principale dai giardini Leopardi», così da far entrare i visitatori «da una finestra di cui era stata tagliata la base per tenere gli spettacoli alla corte». Se è per ortodossia filologica «che si vuole riaprire poi l’Arco della Regina, distruggendo la sala Morganti», coerenza dovrebbe addirittura indurre «a richiudere quell’apertura», partendo dall’assunto «che il palazzo ha già il suo bell’ingresso monumentale dalla piazza». 

Riserve anche sul loggiato

Forti riserve anche sulla chiusura del loggiato che «a parte l’effetto serra toglierebbe leggerezza ad una delle più belle e caratteristiche architetture di Fano», così come sull’insistenza «nel proporre piazzole erbose» senza soffermarsi «su manutenzione e utilizzo di quel prato».

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Corriere Adriatico