Per i giudici non ci fu stupro ma l'ex fidanzato condannato per il reato di lesioni

Il Tribunale di Pesaro
PESARO - L’accusa di violenza sessuale, la ferita in testa. Un caso delicato in cui la ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, ha raccontato un’altra...

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PESARO - L’accusa di violenza sessuale, la ferita in testa. Un caso delicato in cui la ragazza, all’epoca dei fatti minorenne, ha raccontato un’altra verità, tanto che l’imputato è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale, ma non per le lesioni. Un passaggio non scontato perché nel corso di questa intricata storia lei aveva cercato di scagionare l’imputato, tanto da finire indagata per falsa testimonianza e calunnia. Fascicolo poi archiviato. 

 

Archiviazione
E’ la storia di un amore finito in una spirale di violenza non solo fisica ma anche psicologica. Con la ragazzina che sarebbe stata manipolata dal compagno. Tanto da difenderlo, anche in sede di udienza preliminare. Lei, pesarese, all’epoca delle denunce era ancora minorenne. Si era invaghita di un ragazzo egiziano di 21 anni, tanto da presentarlo alla famiglia. Ma dopo qualche tempo, i genitori avrebbero notato un cambio di umore nella ragazzina e soprattutto dei lividi.

Volevano proteggerla, ma lei è scappata per raggiungere il partner nella comunità che lo ospitava. Un periodo in cui lei avrebbe smesso di frequentare la scuola, le amiche e lo sport. Il ragazzo è anche finito nei guai proprio per una storia legata agli stupefacenti, motivo per cui è stato arrestato e ha scontato un lungo periodo in carcere. I genitori si sono rivolti alle forze dell’ordine e agli assistenti sociali, ma per tutta risposta hanno ricevuto delle minacce dal ragazzo egiziano.

Un periodo in cui ci sarebbero stati anche ammanchi da casa. Oggetti preziosi spariti così come si volatilizzava la paghetta data alla figlia. Una escalation culminata nel giorno in cui la ragazzina è tornata a casa con una maglia insanguinata e una contusione in testa. Ha provato a giustificarsi: «Sono caduta sul bidet». Ma quella ferita da corpo contundente parlava di altro, così come i punti di sutura applicati in pronto soccorso. «Ho sbattuto contro lo spigolo del forno». Tentativi vani finchè le indagini hanno fatto il loro corso fino all’apertura di un fascicolo nei confronti dell’egiziano accusato di lesioni e violenza sessuale.

La conclusione


In udienza preliminare c’era stato anche un colpo di scena perché lei aveva ritrattato le accuse, tanto che il Gup ha sospeso l’esame della ragazza. Anche i genitori si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Christian Guidi. Il collegio ha assolto il giovane dall’accusa della violenza sessuale, ma lo ha condannato a 10 mesi per le lesioni e a 3.000 euro di risarcimento.

 

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Corriere Adriatico