Violenza, offese e umiliazioni: il compagno fermato con il braccialetto elettronico

La violenza di genere
URBINO - Tirata per i capelli, scaraventata nella doccia e persino tra gli escrementi di gallina nel pollaio. E’ una storia di violenza e soprusi nei confronti di una...

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URBINO - Tirata per i capelli, scaraventata nella doccia e persino tra gli escrementi di gallina nel pollaio. E’ una storia di violenza e soprusi nei confronti di una 30enne di Cagli che è riuscita a vincere la paura e denunciare il compagno, 33 anni. L’uomo è finito sul banco degli imputati con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e furto.

 

Agli arresti domiciliari
Oggi è agli arresti domiciliari, con braccialetto elettronico per controllare che non si avvicini ancora alla ex. Ieri al tribunale di Urbino l’apertura del processo con l’associazione Gens Nova, a tutela delle vittime di violenza, che si è costituita parte civile per sostenere la giovane donna.

Sono diversi gli episodi isolati dall’accusa: dalle ingiurie alle offese fino alle minacce ma anche le aggressioni fisiche. In un caso lui l’avrebbe colpita con un bastone in una gamba, tanto da procurarle lividi ed ematomi. In un’altra situazione l’avrebbe trascinata per i capelli in bagno facendola sbattere contro la doccia, procurandole un taglio alla testa.

Un'esslation di soprusi
Un rapporto malato, un’escalation di violenza e umiliazioni fino al giorno in cui le avrebbe ordinato di pulire il pollaio con il badile. Anche in questo caso l’avrebbe tirata per i capelli fino a farla cadere tra gli escrementi per poi colpirla a badilate. E poi ancora schiaffi e pugni su tutto il corpo dopo accese discussioni per la gelosia, ma anche le mani al collo come per strangolarla tanto da lasciarle profondi lividi.

Queste sono le accuse della donna ma i segni della violenza erano visibili sul corpo, spesso refertati dai medici, altre volte visti dai testi che sfileranno in aula nel corso del dibattimento. Segni sempre più visibili nell’anima. Tanto da porre fine alla violenza e denunciare il compagno.

Il codice rosso


E’ scattato subito il codice rosso che prevede l’allontanamento immediato per tutelare la vittima di violenza. Poi la misura del braccialetto elettronico. Episodi che sono già stati attribuiti al giovane anche in passato, dato che viene contestata la recidiva nell’arco di cinque anni. Tra i capi di imputazione anche il furto delle chiavi della macchina della ragazza e quello della borsa, che in una circostanza le avrebbe strappato di dosso. L’impegno per le donne L’avvocatessa Elena Fabbri si è costituita parte civile per conto di Gens Nova: «L’obiettivo è tutelare le donne vittime di violenza e abusi. Vogliamo far capire che le forze dell’ordine ci sono e noi non faremo mancare il nostro sostegno per convincere le vittime a denunciare, ad abbattere il muro della paura o della vergogna». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico