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URBINO Domani partiranno le indagini archeologiche nell’area di Santo Stefano di Gaifa Canavaccio, sito in cui si vorrebbe costruire un centro logistico per i mobili e gli articoli di Imab da anni proprietaria dell’area.
Area circoscritta
L’ingegnere progettista, coordinatore e direttore dei lavori sarà Antonio Marconi dell’omonimo Studio Associato di Fermignano. Già piantati alcuni picchetti per circoscrivere il sito di esplorazione che sarà svolta dalla stessa ‘Tecne archeologia’ di Riccione che, nel febbraio 2023, su committenza dello stesso Comune di Urbino, presentò, come procedura auspicata, la relazione di “Verifica preventiva dell’interesse archeologico”. Il 21 dicembre scorso, lo stesso Comune, attraverso la votazione a maggioranza di una variante al Prg ha reso quell’area agricola in una zona industriale.
L’odg fu bocciato a maggioranza. «Confermo che nell’ambito della procedura di Vas, relativa alla variante al Prg – ha rimarcato l’imgegner Antonio Marconi - si darà inizio alla attività di indagine archeologica stratificata secondo il piano approvato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti, Paesaggio di Ancona. Le indagini saranno condotte dagli archeologici della ‘Tecne srl’ sotto il diretto controllo dei funzionari della Soprintendenza e sono costituite da 10 trincee esplorative eseguite con mezzo meccanico».
Le trincee verranno eseguite in determinati punti dell’area individuata in cui, ricordiamo, nelle prossimità del terreno in questione, durante la messa in opera della Superstrada Fano – Grosseto, sono state individuate, a suo tempo, sepolture preromane, fornaci romane e ulteriori frequentazioni antiche. Tutto questo implicherà che nelle fasi di operatività di cantiere dovranno interagire tutti quegli esperti, continuativamente presenti (archeologi, antropologi...), con gli operatori di mezzi meccanici, operai e responsabili di cantiere.
Il monitoraggio
Diviene pertanto esigenza primaria durante tutte le fasi di lavorazione, la presenza continuativa dell’archeologo, il quale dovrà svolgere la sua specifica mansione professionale di riconoscimento delle variazioni stratigrafiche e della valutazione qualitativa e quantitativa delle risultanze dello scavo, seguendo le indicazioni al fine di garantire le esigenze della tutela e della correttezza metodologica delle procedure adottate.
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Corriere Adriatico