Boeri defenestrato dopo il no di Sgarbi, tutti contro il sindaco: «Serve un passo indietro»

Boeri defenestrato dopo il no di Sgarbi, tutti contro il sindaco: «Serve un passo indietro»
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URBINO - «La parola fine su qualunque speranza di credibilità di questa giunta è stata posta ieri, dopo l’ultima ennesima ed imbarazzante vicenda circa l’affidamento della redazione del piano strategico della città di Urbino al famoso architetto Stefano Boeri». Parole e musica sono dei gruppi consiliari del Pd e di Viva Urbino con i loro rappresentanti Lorenzo Santi, Carolina Borgiani, Davide Balducci e Mario Rosati.


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Autore del famoso “Bosco Verticale” a Milano, di recente coinvolto dal Governo Conte negli stati generali per il rilancio del Paese, Boeri, mercoledì ha denunciato con un video l’assurda e paradossale vicenda: prima contattato dal vicesindaco Cioppi per l’affidamento dell’incarico, definiti tutti i dettagli e a un solo giorno di distanza dalla conferenza stampa ad Urbino, si è visto telefonare dal sindaco Gambini, il quale gli riferiva di «non essere gradito al prosindaco Vittorio Sgarbi». Come è andata a finire? «Che questa Amministrazione, pur di non mettersi contro a Sgarbi, ancora una volta – rimarcano i consiglieri - si è opposta alla credibilità, alla decenza, alla competenza e, soprattutto, allo sviluppo di un’idea futura e innovativa di città e di territorio». 
 
I capricci del prosindaco
Dunque un’ulteriore figura imbarazzante di fronte alla possibilità di avviare, finalmente, un percorso progettuale di valore con una figura di riferimento di chiara fama come quella di Boeri? «Purtroppo, stavolta ciò non avviene semplicemente davanti ai nostri occhi, ma a quelli dell’intera comunità nazionale – aggiungono i consiglieri - Il risultato è chiaro: a Urbino non si muove una paglia senza il parere del prosindaco che, formalmente, non avrebbe neanche alcun potere. Gli assessori all’Urbanistica e al Turismo sono considerati meno di zero. Se si azzardano a prendere qualche iniziativa, anche buona come in questo caso, finiscono per essere sbugiardati e messi nel ridicolo pubblicamente. L’assessorato alla Cultura, ruolo strategico e fondamentale per Urbino, è tenuto in capo al sindaco e ridotto all’irrilevanza. A cosa siamo ridotti ad assistere? È possibile che non vi sia un moto d’orgoglio in questa città, tale da rifiutarsi di accettare queste logiche di sudditanza? 
«Il livello di provincialismo, di asservimento e di personalismi a cui è stata ridotta la città blocca ogni speranza di sviluppo, spinge con forza i giovani a fuggire, limita ogni opportunità di guardare avanti. Potremmo volare ed invece ci tengono ancorati a terra. Chi ha ancora a cuore il futuro di Urbino, delle istituzioni cittadine – concludono Rosati, Borgiani, Balducci e Santi - si distingua da queste logiche e faccia sentire con noi la propria voce. È possibile una Urbino diversa, migliore, che guardi al futuro con ottimismo, coltivando i valori della condivisione e della partecipazione. E quella dobbiamo cercare ed impegnarci a costruire ogni giorno». Sempre dall’opposizione, le cosiddette “Liste Londei” non sono da meno: «Una città, dove hanno lavorato oltre all’Arch. Giancarlo De Carlo anche gli architetti Leonardo Benevolo e Renzo Piano, non può rinunciare, secondo noi, a Stefano Boeri. Crediamo che il sindaco venga a riferire nella conferenza dei capigruppo e poi in Consiglio comunale, l’intero iter della vicenda a cominciare dal primo contatto richiesto dall’Amministrazione comunale, tramite il vicesindaco Cioppi, Assessore all’Urbanistica, e il noto professionista.
Tentare un recupero

Non ci si venga poi, oggi, a dire – sottolineano Giorgio e Luca Londei e Federico Cangini - che gli uffici preposti del Comune hanno giudicato non soddisfacenti le proposte dell’architetto perché ci sembrano motivazioni surreali. Noi crediamo che si debba riflettere sull’intera vicenda ed esaminare a fondo se ci sono le condizioni per ripristinare un rapporto con Boeri che certamente andrebbe a vantaggio della nostra città e dei suoi abitanti».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico