La residenza protetta per minori resta per una settimana senza energia elettrica

Urbino, la residenza protetta per minori resta per una settimana senza energia elettrica
URBINO - Sono stati lasciati per una settimana senza energia elettrica. E questo nonostante la loro comunità educativa, a carattere residenziale, ospiti solo minorenni. Non...

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URBINO - Sono stati lasciati per una settimana senza energia elettrica. E questo nonostante la loro comunità educativa, a carattere residenziale, ospiti solo minorenni. Non un’utenza qualsiasi: gli utenti della Pathos, Società Cooperativa Sociale E.T.S. Impresa Sociale con sede a Urbino, sono giovani con disagio psicosociale, autori di reato, minori stranieri non accompagnati e in generale tutti coloro di cui gli enti invianti ritengano necessaria la messa in protezione e tutela. 


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Disagio, apprensione, rabbia. E ancora burocrazia, opacità, doppie velocità, risposte negate e altre censurabili. Un condensato di situazioni scaturite, inizialmente, il 27 luglio quando la Pathos - che ha una capacità ricettiva h24 di 10 posti (8 più 2 in pronta accoglienza) con 7-8 operatori al lavoro anche durante il lockdown - ha subito una prima chiusura del contatore relativo alla fornitura di energia elettrica. In quel momento erano ospitati 7 minori.
 
Vista la situazione di emergenza la Cooperativa Pathos (nella persona del rappresentante P. T., ndr), si è recata immediatamente al competente ufficio Hera di Urbino. «Dagli operatori - spiegano i tre psicologi responsabili, costretti a far intervenire poi il legale della cooperativa - si prendeva conoscenza delle pendenza che la vecchia cooperativa ha a tutt’oggi nei confronti della Società elettrica Hera. Si raggiungeva comunque un accordo con il responsabile di zona, il quale, previo un pagamento a mezzo bonifico, garantiva il riallaccio delle utenza e chiedeva idonea documentazione a dimostrazione che in loco si trovava una struttura educativa per minori e per tale ragione la Pathos chiedeva di non subire più distacchi, in quanto si dichiarava estranea ai debiti della precedente cooperativa. Tale somma è stata pagata “sulla fiducia”. Per motivi di privacy non ci è stato possibile visionare tali bollette, non essendo titolari intestatari delle utenze». Finita qui? No.

Dal 2019 al lavoro
Un passo indietro: Pathos ha iniziato la propria attività il 15 novembre 2019, quando ha preso incarico alcuni ospiti di una precedente realtà sull’orlo del fallimento. La cooperativa è gestita da tre psicologi, che precedentemente hanno studiato ad Urbino e hanno deciso di rimanere nel territorio per dare un apporto ad un luogo che ritengono ormai familiare. Attualmente la comunità Pathos svolge la propria attività in una porzione di stabile della precedente cooperativa ma è al lavoro per trasferirsi in una sede diversa, sempre a Urbino, con tutti gli ospiti. 
Lo scorso 25 agosto ha subito il nuovo distacco della corrente. Un nuovo inferno: senza luce, senza tutto. Il motivo? Sempre i debiti pregressi contratti dalla precedente realtà che Hera ha poi quantificato in 7mila euro. L’unica soluzione? Pagare «ancora una volta “sulla fiducia” - spiegano da Pathos - facendo presente sempre le motivazioni legate alla privacy». Valutata l’impossibilità di accettare tale onerosissima proposta ma volendo garantire la normale routine ai giovani ospiti è stato così acquistato un generatore elettrico. Una soluzione a tempo. Le istituzioni locali? Non pervenute.

La svolta

Due giorni dopo, la svolta. Pathos decide di far contattare gli Uffici Hera di Urbino dal proprio legale, il quale chiamando successivamente la sede centrale è riuscito a far ottenere la volturazione, «cosa resa possibile grazie alla sensibilità e alla professionalità degli operatori del centralino dell’Hera di Imola, che a differenza dell’ufficio di Urbino si sono mostrati fin da subito vicini alla problematica. Dopo cinque giorni, lunghe chiamate al centralino e varie email, siamo riusciti ad ottenere la nuova volturazione del contatore».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico