Al bar e al ristorante nell’orario di lavoro: indagati 8 dipendenti dell'Accademia delle belle arti di Urbino

URBINO - È un’inchiesta che fa rumore quella condotta dalla Guardia di finanza all’Accademia delle Belle Arti di Urbino. Sono stati denunciati alla procura...

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URBINO - È un’inchiesta che fa rumore quella condotta dalla Guardia di finanza all’Accademia delle Belle Arti di Urbino. Sono stati denunciati alla procura della Repubblica di Urbino per truffa aggravata, frode informatica e falso otto pubblici impiegati dell’ente accusati di assenteismo dal lavoro.

 

La compagnia di Urbino della Finanza ha condotto una complessa attività di indagine partita due anni fa dalla querela di una coadiutrice dell’Accademia delle Belle Arti che per motivi di orario di lavoro si era rivolta ai sindacati.

La tutela degli altri impiegati

La Finanza, impegnata nella lotta allo spreco di denaro pubblico e intenzionata a tutelare la stragrande maggioranza dei dipendenti pubblici che si comporta correttamente, comunica di aver acquisito un consistente materiale probatorio nei confronti degli 8 dipendenti (non è coinvolto il personale insegnante) che «si sarebbero allontanati indebitamente e ingiustificatamente dal posto di lavoro durante l’orario di servizio, omettendo di far risultare il periodo di assenza, mediante la prescritta timbratura del ‘badge’ nell’apposito terminale installato all’ingresso degli uffici».

In particolare, i sopralluoghi dei finanzieri urbinati hanno permesso «di rilevare - si legge nella nota - come gli assenteisti si recassero in bar e ristoranti locali ovvero si intrattenessero comunque, senza averne titolo, al di fuori del proprio posto di lavoro. Talvolta, i dipendenti registravano tramite ‘badge’ gli ingressi e le uscite dal luogo di lavoro, non rispettando l’orario settimanale previsto contrattualmente, maturando così un sostanzioso “deficit” di ore lavorative. Nonostante ciò, gli stessi percepivano lo stipendio per intero».

Gli investigatori rilevano che «lo stesso funzionario incaricato della gestione dei ‘badge” è risultato coinvolto, unitamente al proprio coniuge, nelle false rendicontazioni degli orari svolti». Dovrà rispondere delle ipotesi di reato anche il responsabile dell’ufficio amministrativo, il quale secondo la Finanza «oltre a non svolgere la prescritta attività di controllo, concorreva personalmente negli illeciti».

In questi giorni, la procura della Repubblica di Ancona, a cui il fascicolo era stato trasmesso per competenza in ragione della specificità dei reati contestati, non ritenendo di dover procedere all’archiviazione, ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini, che ora riconosce all’indagato la facoltà di presentarsi, entro venti giorni dalla notifica, davanti al pm, al quale può anche segnalare elementi per indagini a proprio favore. Al termine di questa fase del procedimento, la procura deciderà se chiedere il rinvio a giudizio degli 8.

Input alla Corte dei conti

Le risultanze delle indagini, inoltre, saranno oggetto di segnalazionealla Corte dei conti in relazione alle ipotesi di danno erarialerilevate dalla Finanza, con particolare riferimento alle ore di lavoro retribuite ai dipendenti in difetto dell’effettiva prestazione.

 

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Corriere Adriatico