Urbino, i lupi fanno strage di pecore «Uccisi 30 capi, siamo allo stremo»

Le pecore uccise
URBINO - Una mattanza. Un attimo, l’allevatore nella stalla e decine e decine di pecore, fuori, si sono tramutate nel pasto di alcuni lupi affamati. Raccapricciante lo...

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URBINO - Una mattanza. Un attimo, l’allevatore nella stalla e decine e decine di pecore, fuori, si sono tramutate nel pasto di alcuni lupi affamati. Raccapricciante lo scenario finale: sangue e brandelli ovunque.

La Cia, Confederazione Italiana Agricoltori di Pesaro e Urbino, lancia l’allarme nell’Urbinate per l’ennesima volta dove «si sono verificati pesanti attacchi di lupi a greggi di pecore». Solamente negli ultimi giorni sono più di 30 le pecore sbranate dai lupi in due allevamenti diversi nelle campagne di Pieve di Cagna. «E’ una situazione insostenibile che sta logorando ed esasperando i pastori – ha sottolineato la Cia in una nota ufficiale - Da molto tempo si denuncia questa situazione senza avere alcun intervento da parte delle istituzioni».

Ben 30 animali uccisi nella notte: pecore (numerose addirittura gravide) e agnelli. L’ennesimo bilancio di un massacro che fa rabbrividire gli allevatori non solo della zona ma di tutta la Provincia. Questa volta è accaduto nelle campagne del borgo di Pieve di Cagna, frazione di Urbino. La scena che si ripete, agli occhi sgomenti degli allevatori, è sempre la stessa: una strage pressoché annunciata con uno stuolo di ovini a terra, alcuni sbranati e disossati, altri attaccati alla gola e alle gambe. La voglia di non cedere allo scempio è sempre più debole, sale la rabbia in corpo per essere del tutto indifesi sia dai lupi scesi in branco che dalle istituzioni lontane anni luce a questo genere di preoccupazione. I due allevatori che hanno subito danni ingenti - si pensi che il valore di ogni capo gira attorno ai 220 euro circa -, ora dovranno sobbarcarsi anche gli oneri dello smaltimento. Inquietante l’idea di un branco di lupi veri anche se alcuni potrebbero pensare a cani incrociati dediti al randagismo. Fatto sta che i due imprenditori agricoli sono seriamente preoccupati per la tutela dei loro allevamenti e chiedono a gran voce che la Confederazione italiana agricoltori di Pesaro e Urbino si attivi in Regione per tutti i danni subiti e per far prendere seri provvedimenti contro ungulati, lupi e bestie nomadi. 


Uno dei due allevatori che ha subito la mattanza di pecore e agnelli è Michele Fadda. «Non è la prima volta. Ormai attacchi di predatori, che siano lupi o cani randagi, ne ho subiti più di una decina. Questa strage è opera di un branco lupi, ne sono certo. Ho quattro pastori maremmani. Sono fuggiti tutti per trovare riparo fuori dal pascolo brado dove erano le pecore. Hanno avuto paura, magari abbaiato ma non hanno nemmeno provato a difendere il gregge». Michele Fadda è arrabbiato e la voce trema. «Le abbiamo trovate la mattina io e l’allevatore confinante tutte morte. Sembravano sdraiate. Invece erano state sgozzate. Alcune scarnificate. Altre non presentano ferite esterne. Con ogni probabilità hanno avuto paura e sono state travolte nella fuga». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico