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URBINO - Hashish, cocaina e marijuana. Il personale del Commissariato di Urbino ha arrestato venerdì scorso un cittadino marocchino poco sopra i trent’anni, da tempo residente a Fermignano, perché ritenuto responsabile del reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Ieri, in sede di udienza, rito direttissimo, il giudice, sentita la relazione dell’Ufficiale di Polizia giudiziaria e dei motivi che hanno determinato la privazione della libertà personale, ha convalidato l’arresto ed, accogliendo le richieste del pm, ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di firma.
Svariate sono state le testimonianze raccolte da parte degli acquirenti. Nel rispetto sancito “dalla legge sulla presunzione di innocenza e di non colpevolezza si rappresenta che in ordine alla prospettazione accusatoria di procedimento penale instaurato a carico della persona arrestata non è stata emessa alcuna sentenza irrevocabile di condanna da parte dell’Autorità Giudiziaria”. C’è da chiedersi se l’impegno delle forze dell’ordine per contrastare le attività illecite connesse allo spaccio di sostanze stupefacenti sia nella città feltresca, patrimonio dell’Unesco, e nel territorio circostante con conseguente ripristino della legalità, abbia l’ equanime effetto giudiziale. Contrariamente a cosa servirebbe tanta responsabilità e tanti oneri?
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Corriere Adriatico