Tavullia, una vera odissea per salvare un piccolo daino travolto da un'auto

Tavullia, una vera odissea per salvare un piccolo daino travolto da un'auto
TAVULLIA - L’auto che l’ha investito non si è fermata, lasciandolo al centro della strada, insanguinato, con le zampette ferite, incapace di muoversi. Solo la...

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TAVULLIA - L’auto che l’ha investito non si è fermata, lasciandolo al centro della strada, insanguinato, con le zampette ferite, incapace di muoversi. Solo la determinazione e l’amore per gli animali di alcuni passanti, tra cui due cacciatori, coadiuvati dalle guardie zoolofile volontarie dell’Oipa, alla fine ha reso possibile il salvataggio in extremis, ieri sera, di un capriolo. Ma è stata una lunga, faticosa ed emblematica catena di solidarietà. «Mi hanno chiamato alle 17.30 alcune persone che si erano fermate a soccorrerlo - racconta Roberta Neroni -. Il capriolo non si muoveva, ansimava. Insieme a un volontario dell’Oipa abbiamo subito contattato il Cras ma non abbiamo ricevuto risposta. Gli stessi soccorritori, per primi, aveva provato a chiamare il Cras non ricevendo risposta. Poi hanno provato con carabinieri e la polizia provinciale ricevendo la stessa risposta: da tempo non si occupano più di questi recuperi. Siamo riusciti a risalire al veterinario dell’Asl ma anche lui ci ha ribadito che non potevano far nulla. Abbiamo provato con i vigili del fuoco: avevano i mezzi fuori, non potevano farci nulla seppure dispiaciuti». L’ultima carta: il servizio veterinario privato. «La dottoressa Bernardini dello studio Gaudenzi di via Del Carso si è resa disponibile a visitarlo ma bisognava trasportarlo da lei. Così, intorno alle 19, le persone che si erano fermate all’incrocio lo hanno caricato in auto su una barella, bendandogli gli occhi per non spaventarlo». Dopo due ore, finalmente, è avvenuta la visita.
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Corriere Adriatico