TAVULLIA - L’Arma dei carabinieri di Pesaro è in lutto. Il comando provinciale e i colleghi di Pesaro e Tavullia potranno dare l’ultimo saluto al vicebrigadiere...
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Non sarà eseguita l’autopsia sul corpo dello sventurato brigadiere, rimasto carbonizzato dopo che la sua auto a gpl aveva impattato contro il muretto di cinta di una villetta, sulla strada provinciale fra Santa Maria in Pietrafitta e San Giovanni in Marignano. Il Procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, ha firmato immediatamente il nulla osta per i funerali, constatando che non ci sono elementi ulteriori tali da richiedere l’esame autoptico. Per gli inquirenti di Riccione intervenuti sul posto e l’Autorità giudiziaria di Rimini, si è trattato di un colpo di sonno dovuto all’ora tarda e alla stanchezza.
C’è ancora sgomento fra i militari del comando provinciale. Con affetto lo ricorda un ex collega in pensione, Gino Procida. «Siamo entrati nell’Investigativo insieme, Sebastiano nel gennaio 2002, io il mese dopo. Di lui ricordo la sua professionalità, era preciso e posato. Non so cosa possa essere successo, Sebastiano era astemio, forse era troppo stanco o improvvisamente non si è sentito bene. Le soddisfazioni più grandi le abbiamo condivise insieme, come nel caso dell’omicidio Ferri e nel caso Annibali, il nostro è stato un lavoro di squadra e lui credeva nella squadra». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico