Talacchio, è arrivato il sì al biodigestore Mms: «Bene ma valuteremo». E spuntano le condizioni

L’area di Talacchio prevista per la realizzazione del biodigestore
VALLEFOGLIA Arriva un sì, ma condizionato, al biodigestore di Talacchio. Gli enti interessati convocati in conferenza di servizi dalla Provincia di Pesaro Urbino per...

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VALLEFOGLIA Arriva un sì, ma condizionato, al biodigestore di Talacchio. Gli enti interessati convocati in conferenza di servizi dalla Provincia di Pesaro Urbino per l’ultimo esame hanno dato ieri, il loro benestare pur imponendo alcune prescrizioni. Progettato da Green Factory, la società di scopo dell’azienda pesarese del gruppo Hera, l’impianto mira a produrre biometano attraverso il trattamento di 105mila tonnellate all’anno di rifiuti organici e biomasse vegetali. Il via libera soddisfa Marche Multiservizi che controlla Green Factory ma per esultare si aspetta di conoscere il provvedimento definitivo. 

 


I paletti

Infatti nel testo del sì oltre agli oneri, ci sono una serie di prescrizioni a garanzia della qualità dell’aria, del suolo e delle acque, della sicurezza e della viabilità che condizioneranno nei tempi ma più di tutto nei costi la costruzione del biodigestore. Solo la loro lettura da parte del responsabile del procedimento, Maurizio Bartoli, ha occupato gran parte della mattinata. Per Andrea Pierotti, il presidente della multiutility: «Il sì era prevedibile. Green Factory ha lavorato bene, i tecnici hanno rispettato le procedure, fornito i documenti idonei, pertanto, non ottenere l’autorizzazione era quasi impossibile. Ma - puntualizza – dobbiamo aspettare il provvedimento complessivo per capire quali sono le condizioni che sono state poste all’autorizzazione e valutare l’impatto dell’impianto nel nostro business plan». 

Cosa è cambiato

Perché tra l’idea, il progetto e la conclusione della conferenza di servizi, del tempo è passato e ricorda Pierotti «molte cose sono cambiate: l’impennata dei prezzi che andrà a pesare sui costi dell’impianto e un mercato dei rifiuti mutato, c’è maggiore competitività e, quindi, più aziende che si propongono con prezzi molto più interessanti, più bassi, specialmente per trattare l’organico che oggi ha costi decisamente minori di quelli che avevamo quando abbiamo deciso di investire nel biodigestore. Quando sarà il momento – conclude - faremo una seria valutazione globale sul progetto sempre nel rispetto del modello di un’economia circolare che abbia una sostenibilità sia economica, sia ambientale e con un’impiantistica adeguata». Come va tenuto conto che sono scaduti gli ecoincentivi del governo. 

Le reazioni

Intanto sul fronte del no, ci si aspettano delle reazioni. In caso di parere favorevole, è stato già annunciato da “Diversamente”, l’associazione di cittadini contrari all’impianto che avrebbe fatto ricorso al Tar. 

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Corriere Adriatico