Sparatore preso all'Ip dell'A14, il benzinaio spaventato: «Sono sbucati 15 agenti con il mitra, pensavo a un kamikaze»

L'arresto di Federico Pecolare domenica sera nella stazione di servizio Matauro Est dell'A14, a Marotta
MAROTTA - Dall’Abruzzo alla Svizzera la fuga dello sparatore si è fermata nella stazione di servizio Metauro Est in A14. Erano circa le 23 di domenica e Andrea...

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MAROTTA - Dall’Abruzzo alla Svizzera la fuga dello sparatore si è fermata nella stazione di servizio Metauro Est in A14. Erano circa le 23 di domenica e Andrea Infermo, benzinaio di turno alla pompa della Ip, difficilmente potrà dimenticare quei minuti concitati, catapultato all’improvviso in una scena tra guardie e ladri simile a quelle di tanti film polizieschi. Questa volta però sia le guardie che il fuggitivo erano proprio reali e non romanzati.

 

 

«Come la scena di un film»
«Ero al lavoro e stavo fumando una sigaretta quando il taxi si è fermato lì vicino alle pompe. Lì per lì ho pensato semplicemente che volesse fare rifornimento – racconta Andrea - ma sono subito arrivate le prime due volanti della polizia e subito dopo altre tre volanti. Sono usciti all’incirca 13 o 15 poliziotti con giubbotti antiproiettile e mitra in mano puntando il taxi e cercando di fermare immediatamente il sospettato per evitare credo che prendesse in ostaggio il tassista (il quale è uscito dall’auto con il pretesto di fare rifornimento ed è entrato nel bar, ndr). Hanno fatto vari accertamenti – prosegue il benzinaio - per controllare che il taxi non fosse stato manomesso con qualche esplosivo, dopodiché hanno fatto scendere il sospettato e lo hanno ammanettato e portato via».

Un vero e proprio capolavoro quello dei poliziotti perché c’era il concreto rischio che il ricercato potesse reagire e innescare uno scontro a fuoco con gli stessi agenti ferendo eventuali passanti. Niente di tutto questo per fortuna.

Federico Pecorale, 29 anni, incensurato, di origini abruzzesi e residente in Svizzera, era stato autore poche ore prima, domenica pomeriggio, di una brutale aggressione armata nel locale Casa Rustì di Pescara dove il giovane aveva aperto il fuoco più volte con una pistola contro il cuoco perché aveva ritardato a portargli gli arrosticini.

«Hanno verificato se c'era l'esplosivo»
Prosegue il benzinaio della stazione Metauro Est: «Ho visto un sacco di serie televisive: vivere una cosa una volta non è come vederla 100 volte. Ero spaventato, c’erano i poliziotti armati. Cosa succede? Mi son chiesto e ho avuto paura. Ho pensato anche a un kamikaze perché controllavano tutto. Il tassista poi mi ha detto che Pecorale quella sera lo aveva contattato per essere portato in Svizzera».

Il tassista Vincenzo Femminelli, ex finanziere, ha seguito tutti i consigli dei poliziotti che per telefono lo avevano rintracciato in autostrada e perciò ieri è stato premiato dal questore di Pescara alla festa della polizia di Stato. «Non mi sento un eroe -ha dichiarato Femminelli -. Sono una persona normale che ha fatto il suo dovere».

Oggi la convalida del fermo


Pescara è una città sotto choc per l’aggressione nel locale Casa Rustì dove Federico Pecorale domenica ha sparato con una pistola contro il cuoco Yelfry Rosado Guzman di 23 anni perché tardava a servirgli gli arrosticini. Spiega l’avvocato Florenzo Coletti: «Chiederemo una perizia psichiatrica perché allo stato nulla può giustificare razionalmente l’accaduto. Pecorale non ha un lavoro. Yelfry? Sappiamo che è stato operato anche oggi (ieri ndr) nuovamente. Le sue condizioni sono molto gravi purtroppo». Oggi alle 12,30 a Pesaro l’udienza di convalida del fermo per tentato omicidio e porto abusivo d’arma.

 

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Corriere Adriatico